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Sandro Targetti è il capogruppo di Rifondazione comunista in Provincia a Firenze ed è uno dei principali promotori dell’appello fiorentino: “Un congresso per rilanciare i movimenti e l’autonomia del Prc” che quest’autunno ha raccolto migliaia di firme in tutt’Italia, soprattutto di militanti e compagni di base di tutto il paese, ed ha promosso una grande assemblea nazionale a Firenze per mettere in discussione il governismo e la liquidazione di Rifondazione comunista che già allora stava prendendo piede all’interno del nostro partito. Vogliamo chiedere a Targetti come mai da quest’appello si è prodotta una mozione e come mai non avete aderito alla mozione di Ferrero? Innanzitutto perché in tempi non sospetti abbiamo esplicitato una critica alla situazione che vedeva una posizione subalterna del partito sia a livello nazionale, ma anche negli enti locali. Questo nostro movimento a Firenze è nato dalla critica alla scelta di ingresso nella Giunta regionale da parte di Rifondazione comunista. E’ stata, questa, un po’ come la punta dell’iceberg, man mano abbiamo preso consapevolezza che non c’erano più limiti allo stare nel Governo e che ormai si era interiorizzata la logica del meno peggio. Oggi, dopo la pesantissima sconfitta elettorale, molti dicono che essa è dovuta al logoramento prodotto dalla permanenza nel Governo Prodi, però quando molti di noi cercarono i dirigenti del partito, locali o nazionali, quando cercammo questi compagni per tentare di capire, per lanciare un allarme, devo dire che fummo del tutto ignorati, anzi qualcuno disse che la situazione era questa e che non c’erano alternative e, quindi, si doveva andare avanti. Quindi noi con questa mozione proponiamo che l’impegno maggiore deve essere quello di riprendere il percorso della rifondazione comunista, della costruzione di una forza comunista che è la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per rilanciare i movimenti e per avviare, anche, un’aggregazione di una sinistra anticapitalistica. Oggi tutti dicono che abbiamo peccato di governismo, ma ritengo poco credibile un gruppo dirigente che fino ad appena due mesi fa ha condiviso tutte le scelte. Dunque, vediamo un reticenza ed anche un mancato approfondimento, un’analisi profonda, sul perché di questa deriva governista. Nella mozione voi dite che la catastrofe elettorale precipita su un partito già profodamente in crisi, di militanza, di iscrizioni, di radicamento sociale. Non ti sembra poco realistico pensare che con la sola Rifondazione Comunista si possa ricostruire una forza comunista. Considerando anche che in questi anni Rifondazione Comunista ha perso anche dei pezzi, ha perso tanti compagni, tanti comunisti, di cui molti si sono riorganizzati in diversi partiti. Cosa proponete a queste forze comuniste che ci sono oltre Rifondazione ? Innanzi tutto bisogna impedire che Rifondazione comunista sia superata con una costituente di una nuova forza di sinistra generica, questo deve essere il primo compito. Il secondo aspetto, è ovvio che oggi non siamo autosufficienti, io direi che oggi nessuno è autosufficiente e, quindi, va riavviato, un processo che noi abbiamo definito di rifondazione/ricostruzione, a partire da quello che è oggi Rifondazione comunista, con i suoi limiti ma anche con le sue potenzialità. L’importante, ma questo è un criterio che noi proponiamo sia per riaggregare i comunisti, sia in generale per rilanciare una sinistra anticapitalistica, è importante che questi processi non siano fondati su scorciatoie politiciste, proponiamo che siano proprio i contenuti, le pratiche sociali, la presenza nei conflitti, la critica al governismo e all’istituzionalismo, un progetto alternativo al Partito Democratico, proponiamo che questo sia l’asse intorno a cui cominciare a riaggregare le forze e i compagni che si sono allontanati. Condividi