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di Isabella Rossi A Monteleone anche quest’anno “lu focone”, come avviene da quasi otto secoli, ha illuminato il “passaggio degli Angeli” che, secondo la tradizione cattolica, trasferiscono la “Santa Casa della Madonna” dalla Nazareth, messa sotto assedio sul finire del XXIII secolo, a Loreto. Una festa ancora molto viva per i monteleonesi e che ha il sapore delle cose autentiche, come la salsicciata e il vino offerti ad ogni viandante, accorso per la celebrazione, e consumati in piedi intorno al grande falò. E per chi ha affrontato il freddo, la notte e i bellissimi pendii spolverati di neve della Valnerina l’incanto continua nei volti di giovani e degli anziani ancora rapiti, come tanti secoli fa, dalla magia del fuoco. “Dopo essere stati qui una volta sono in molti quelli che decidono di tornare ogni anno”. Dice Manuela Di Martino, monteleonese doc e studentessa a Scienze della Comunicazione a Perugia. E vivere la tradizione in questo tranquillo paesino, affacciato sulla bellissima Valnerina e cinto da mura e fortificazioni medioevali, sembra avere un significato profondo, estraneo a frettolose logiche commerciali. A Monteleone di Spoleto, a quanto pare, la tradizione si vive prima di tutto per il piacere di riconnettersi alla storia, di intrecciarla con la vita e il tempo presente. “Pur avendo studiato a Roma sono tornata a vivere a Monteleone perché sento molto le radici della mia terra”. Dice Francesca Vannozzi, 26 anni, consigliere comunale. “Molti ragazzi qui dimostrano un grande attaccamento al paese e vorrebbero avere la possibilità di rimanerci sviluppando una propria attività lavorativa. Tra i giovani c’è una bella coesione, è come vivere in una grande famiglia”. Non stupisca, dunque, se i giovani monteleonesi rimangono in piazza fino all’alba a vegliare gli ultimi fuochi che si spengono lentamente. E non stupisca che un intero paese si batta da tempo per poter riabbracciare la Biga, il prezioso carro etrusco, scomparso un secolo fa dal “Colle del Capitano” e ora in possesso del Metropolitan Museum of Arts di New York. Nel frattempo dopo lunghi carteggi tra il Met e il comune di Monteleone, si è deciso ora di passare ad un esposto alla Procura della Repubblica nel quale si richiede il recupero del reperto archeologico, che - come spiega l’assessore Silvano Rometti nella sua missiva del 4 dicembre indirizzata al Sindaco Nando Durastanti – riveste un carattere di unicità e ha un valore esclusivo per lo studio scientifico delle popolazioni del territorio umbro. Al centro dell’istanza una legge dello Stato Pontificio, l’Editto del Cardinal Pacca, che già nel 1820 tutelava il patrimonio storico ed artistico, come sembra, anche al di fuori dello Stato Pontificio. Chissà quale sarebbe stato il presagio di Achille, raffigurato su ogni pannello della Biga. Forse, a Monteleone, il passaggio degli uccelli ha già indicato la via e in paese, riuniti intorno al fuoco, sono in molti a sperare di poter illuminare anche il ritorno del prezioso carro etrusco. Condividi