Paolo Ferrero risponde a Nichi Vendola, che aveva accusato la nuova maggioranza interna di Rifondazione di usare metodi violenti nella lotta politica interna: "La scelta di abbassare i toni della polemica - avverte l'ex ministro con un articolo pubblicato su Liberazione - per essere efficace deve essere in primo luogo una scelta di verità". "Io - ricorda Ferrero - mi sono sentito dare del golpista, del doroteo, di avere pratiche che puzzano di stalinismo, di cercare il capro espiatorio della sconfitta. Una fila di contumelie che si è unita alla sistematica distorsione della posizione politica che sostengo, dove la ricostruzione della sinistra a partire dal sociale e dall'opposizione al governo Berlusconi, viene etichettata come la riproposizione di 'logiche puramente minoritaria'". In particolare, Ferrero respinge l'accusa di aver cercato un capro espiatorio, "una balla priva di fondamento". La divisione interna, ribadisce il principale leader della mozione congressuale numero uno di Rifondazione, nasce perché "Fausto (Bertinotti, ndr) ha autorevolmente proposto di superare Rifondazione per costruire un soggetto unico della sinistra in cui il comunismo fosse una tendenza culturale". A Vendola, Ferrero propone di "evitare che il sacrosanto percorso democratico congressuale si trasformi in un meccanismo di esclusione perpetuo di una parte dei compagni e delle compagne. La mozione di cui sei firmatario non propone la gestione unitaria; perché non la proponi ora?". Condividi