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PERUGIA - Anche se non sono ancora note le motivazioni del provvedimento, C'è da credere che per il Tribunale del riesame le prove raccolte dalla Procura perugina per incastrare i sei indagati nel presunto tentativo di estorsione ai danni dell’imprenditore Carlo Colaiacovo, non sono sufficienti per continuare a tenerli in stato di detenzione: perciò li ha rimessi tutti in libertà. Un provvedimento, quello preso oggi dal Tribunale del riesame, che sembra dare ragione alle tesi degli indagati, fra i quali tre stretti congiunti dell’imprenditore eugubino (i nipoti Paola, Francesca e Giuseppe), oltre al farmacista Massimo Ceccarelli, all’ex carabiniere Pierpaolo Ligi e all’antiquario Gustavo Messina, che hanno sempre respinto gli addebiti che venivano mossi nei loro confronti. Addebiti pesantissimi, con l'aggiunta a loro carico di un ipotetico reato di calunnia. Come si ricorderà, il procedimento di accusa aveva preso le mosse da alcuni esposti anonimi pervenuti alla magistratura e da alcune lettere minatorie, a carattere minaccioso, indirizzate all’amministratore delegato del gruppo Colacem per “convincerlo” a dimettersi da tutte le cariche che egli ricopriva nelle aziende di famiglia. Il tutto aveva portato alle ordinanze di custodia cautelare, in carcere e ai domiciliari, disposte dal gip del Tribunale del capoluogo umbro a carico dei sei indagati, che hanno avuto esecuzione fino ad oggi. Condividi