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Eccolo il vero problema della sicurezza: alcuni giorni fa un cantiere edile di Tordandrea d’Assisi è morto un altro lavoratore. Intanto nello stesso momento al Comune di Assisi si teneva un Consiglio Aperto sulla sicurezza urbana. Argomento che occupa tutto lo spazio possibile dell’informazione e che è stato il motivo cardine caratterizzante la campagna elettorale e che adesso continua a tenere banco nell’agenda politica sia del governo nazionale che dei comuni che fanno ad esso riferimento. Anche la chiesa, fortunatamente non tutta, ha sposato in toto la risoluzione del problema che vede inasprite le pene nei confronti dei poveri. La stessa chiesa che prima che venisse applicato l’8 per mille viveva di elemosine e carità esattamente come quella gente che adesso disconosce ed anzi allontana dai suoli che le appartengono. Tanti poveri cristi a cui non rimane che essere rappresentati nei presepi, che raccontano la nascita di Gesù, omaggiata soprattutto da questi. La chiesa così non si accorge quanto si stia allontanando dai sentimenti di solidarietà e cura verso i derilitti che sino ad ora l’avevano contraddistinta e fortificata. Intanto la gente muore sui luoghi di lavoro, ma sicuramente nessuno andrà, indignato, a protestare dall’ecumenico sindaco Ricci, ora anche nei panni di sceriffo per sua stessa definizione, che si è autoassegnato potere straordinari superiori a quelli a lui concessigli dalla legge. Tutti siamo per la sicurezza urbana, ma per questa basta applicare le leggi in vigore; vorremmo intanto che ci spiegassero come possono mettere in pericolo le nostre certezze i mendicanti, gente che è stata constretta ad arrendersi dalla vicessitudini della vita, a calpestare la propria dignità e a cui non rimane per sopravvivere con la solidarietà altrui. Intanto la gente continua a morire sui luoghi di lavoro nell’indifferenza generale. Noi non potremo mai essere d’accordo con queste scelte inumane anche se condivise da una grande istituzione come la chiesa, che in questo modo ci pare stia abbandonando il magistero per cui esiste, la cura degli ultimi. È ora che non solo chi ha una particolare sensibilità politica e civica alzi la voce; è tempo di far capire ai potenti che noi, uomini del popolo, siamo titolari di diritti come chi ha un’impresa o un hotel. Non è moralmente più ammissibile, che ci si alzi la mattina per andare a guadagnarsi da vivere con il sudore della fronte, e non si faccia più ritorno a casa, se non verticalmente. Basta! Facciamo appello a tutti coloro che non ne possono più di questa situazione da terzo mondo. È ora di agire. Condividi