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A Perugia, nelle ultime ore, si è riaffacciata con prepotenza la questione sicurezza. Lunedì scorso dopo una caduta di dieci metri ed un intervento disperato all’ospedale di Santa Maria della Misericordia è morto Silvio Nicolini, la quattordicesima vittima sul lavoro dall’inizio dell’anno. Martedì notte in Corso Vannucci, in pieno centro di Perugia, un nuovo furto con spaccata in un negozio già preso di mira non più di due settimane fa. Lungi da noi la benché minima intenzione di voler mettere sullo stesso piano i due accadimenti. Mentre nel primo caso ancora una volta siamo costretti a registrare la perdita di una vita mentre la vittima era intenta a svolgere il proprio lavoro, dall’altro stupisce la sfacciataggine di coloro che per ben due volte aggrediscono lo stesso esercizio commerciale, impunemente. La gravità del primo non è comparabile con il secondo ma ad ogni modo testimoniano come sia vivo ed attuale il problema della sicurezza nella nostra città ed in quanti aspetti della vita sociale e civile entrino con prepotenza i temi del rispetto delle regole, della legalità, del presidio del territorio, della qualità della vita per i cittadini. Alla luce di quello che accade sarebbe sbagliato un approccio strumentale da parte della politica e delle istituzioni, sarebbe un errore gravissimo cercare capri espiatori da dare in pasto alla collettività in maniera demagogica e populistica. Intanto si individuino responsabilità e responsabili e si commini una giusta pena, ma in egual misura ci si doti di tutti gli strumenti per prevenire fatti di questa portata. Quello della sicurezza sui luoghi di lavoro e quello della sicurezza urbana sono argomenti che non possono essere liquidati esclusivamente dando la colpa all’immigrato di turno o alla contingenza di eventi che ormai di eccezionale hanno ben poco. Non possiamo più parlare di semplice percezione a proposito della insicurezza, il problema c’è, è vissuto dai cittadini e mina le fondamenta del vivere civile di una comunità ormai esasperata. Rifondazione Comunista dell’Umbria ritiene non più prorogabile un piano di sicurezza democratica per le nostre città che parta dal rafforzamento del presidio del territorio ad opera delle forze dell’ordine, dei pubblici ufficiali, gli incaricati di pubblico servizio nelle diverse dislocazioni territoriali. Inutili le azioni ad effetto che spenti riflettori della stampa lasciano pressoché inalterata la situazione. Occorrono invece interventi continui e costanti affinché possano dispiegare la loro efficacia. La politica, d’altro canto, faccia il suo dovere attraverso la predisposizione di regole chiare e certe, affinché non esistano più equivoci su chi sbaglia e su quali saranno le conseguenze di pratiche e condotte illecite e criminose. Un impegno prioritario per tutte le forze politiche per garantire ai cittadini dell’Umbria la qualità della vita per cui la nostra Regione si è sempre distinta. Condividi