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Merito dell’Ansa averci svelato la presa in giro che i vicini tedeschi hanno realizzato ai nostri danni accettando di trattare i rifiuti provenienti dalla Campania. La grande stampa italiana e i nostri governanti ci hanno insistentemente spiegato che altra soluzione diversa dall’incenerimento per risolvere la crisi di Napoli e dintorni non c’era e, mancando da noi questi impianti, in attesa che venissero realizzati non restava che rivolgersi alla Germania dove, invece, questi impianti sono numerosi ed in grado di bruciare in un attimo la nostra mondezza. Tutto questo è falso e l’Ansa ce lo spiega in un dispaccio dello scorso 21 maggio, da Berlino, citando un portavoce del Ministero dell’Ambienta della Sassonia che ha minuziosamente descritto l’iter del trattamento. “Questi rifiuti non sono stati bruciati negli inceneritori –ha detto- ma sono stati innanzitutto separati i rifiuti organici da quelli solidi, che diventeranno poi materie prime secondarie (plastica, metallo, ecc,)”. Il resto, “una parte minore – ha proseguito – è stato trattato in un impianto meccanico-biologico e verrà venduto alle industrie», le quali bruciano questo materiale trasformandolo così in energia”. Il grosso dei rifiuti campani diventa dunque materia prima secondaria. E l'Italia, oltre a fornire l'immondizia, svolge anche un ruolo importante nella fase successiva del percorso di quest'ultima. Il nostro Paese, infatti, è al terzo posto, con 2,01 milioni di tonnellate, della graduatoria degli acquirenti di materie prime secondarie. Come si vede esiste ed è concreta una via alternativa all’incenerimento. Quella via che da noi si vuole continuare a negare, come risulta chiaro anche dal piano presentato dal governo Berlusconi che si basa, ancora una volta, sull’apertura di nuove discariche e sulla costruzione di nuovi inceneritori. Ci riferiamo alla raccolta differenziata ed agli impianti di vagliatura del cosiddetto “tal quale residuo”, come si fa, ad esempio con l’ArrowBio di Tel Aviv, e ci riferiamo anche alle soluzioni a recupero totale del rifiuto, come avviene già a Vedelago, un impianto che serve un milione di cittadini. La rendono impraticabili le irriferibili connivenze industriali e malavitose che hanno condotto alla disastrosa situazione attuale della Campania, con la devastazione di interi territori trasformati in discariche a cielo aperto, anche quando le valutazioni idreogeologiche sconsigliavano vivamente l'operazione. Condividi