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PERUGIA - Il Fondo regionale per la non autosufficienza è diventato legge a maggioranza, con 17 voti favorevoli e con l’ astensione dei 7 consiglieri delle minoranze presenti in aula. Non si è arrivati al voto unanime, auspicato da entrambi gli schieramenti perché l’Aula ha respinto, la provocatoria risoluzione presentata da Franco Zaffini. Prima del voto finale, il Consiglio ha approvato tre emendamenti proposti dalla Giunta che in pratica: ammettono la possibilità di integrare il Fondo con risorse private; fissano l’obbligo di prevedere risorse sempre crescenti per il Fondo e vincolano al Fondo l’utilizzo di eventuali economie. Approvato anche uno dei cinque emendamenti della minoranza che impegna la Giunta ad adottare, contestualmente il Piano sociale e sanitario e il Piano sulla gestione del Fondo appena costituito, il Prina. Rispetto alla risoluzione Zaffini, respinta con 15 voti contrari e 9 a favore, l’assessore alla sanità Maurizio Rosi, a nome della Giunta, ha parlato di “richieste intelligenti sostanzialmente accettabili, ma da distinguere nettamente rispetto alle critiche espresse in premessa, ed ha proposto “una votazione per parti separate del documento” che la minoranza non ha accettato. Il disegno di legge della Giunta, giudicato positivamente dall’assessore alle politiche sociali Damiano Stufara, “perché assegna all’Umbria un ruolo di battistrada per una legge che non ha precedenti in Italia e che propone soluzioni inesplorate, in un contesto di forte allungamento della vita media”. Condividi