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Per parlare del futuro progetto politico della nostro partito, non possiamo esimerci ad un’attenta e profonda analisi, di quelli che sono stati i percorsi intrapresi in questi ultimi anni dal partito. E dalle cause che ci hanno portato ad una sconfitta storica per dimensioni e valenza politica. Ai fini elettorali ha pesato molto sul nostro elettorato la sterile esperienza di governo al fianco di Prodi. Nei 20 mesi di governo Rif.com. si è dimostrata incapace di conseguire risultati politici, rinunciando persino alla sua identità in un percorso costante di compiacimento delle politiche liberiste e regressive del governo sino ad apparire prigioniera, stretto nella morsa tra fedeltà agli alleati di governo e infedeltà nei confronti della base elettorale e sociale di riferimento. Se è vero che proprio alle classi sociali da noi rappresentate sono stati richiesti i più pesanti sacrifici mai ricompensati (politica dei 2 tempi). Mi piace,cosi, pensare che 1 milioni di voti non se ne sono andati semplicemente in un mese di campagna elettorale. Ma che la radici di una cosi vasta emorragia siano da ricercare nel fatto che Rif.Com. ha perso, in questi anni, il contatto con le classi sociali che credeva di rappresentare, trasformandosi cosi in un apparato immobile incapace di legger ed interpretare i grandi cambiamenti economici, sociali e culturali intervenuti negli ultimi anni all’interno del sistema, trascurando la questione del lavoro, a vantaggio di questioni accessorie percepite inutili dalla nostra gente(esempio legge 30, dico). E’ cosi che ci siamo presentanti di fronte ai nostri elettori, per di piu con un cartello elettorale, piovuto dall’alto, costruito in netto ritardo rispetto ai rigidi e inesorabili tempi dettati dalla politica. che ne la nostra base, ne gli elettori sono riusciti a percepire come utile, non solo per sconfiggere Berlusconi, ma soprattutto, come progetto politico credibile per la sinistra in Italia. La fase politica per il nostro partito, sta assumendo dimensioni drammatiche, non solo siamo ridotti ai minimi storici per quando riguarda consensi elettorali, ma siamo costretti ad una inutile e per di più disgregante conta voluta da chi ha imposto al partito un congresso a mozioni piuttosto che a tesi, mettendo in primo piano la volontà d’egemonia all’interno del partito piuttosto che un confronto costruttivo dal basso. Né è dimostrazione l’autocandidatura di Vendola che seppur governando,in coalizione la regione puglia, si candida a futuro segretario del partito,senza naturalmente dimettersi dalla presidenza,anzi continuando a lavorare per il secondo mandato. Un percorso d’unità a sinistra rimane per me centrale nella politica di rifondazione, è tuttavia da rifondazione che dobbiamo ripartire per ricostruire alleanze sociali con le tante esperienze che attraversano la città e che sempre meno si sentono rappresentate da una politica troppo spesso costruita in subalternità al partito democratico. Quindi la costruzione di un forte soggetto unitario a sinistra è l’unica strada percorribile per affermare il nostro progetto d’alternativo, specialmente oggi di fronte al pericolo di una legislatura costituente tra pd e pdl che disegnerà per il nostro paese scenari presidenzialisti e limitazioni delle istanze pluraliste. Il nostro fare politica si deve riappropriare del lavoro stabilendo nuove alleanze sociali con le classi si lavoratori cui mai abbiamo parlato, pensiamo agli artigiani alle partite iva ai commercianti. Elaborando proposte alternative, e costruendo con la popolazione percorsi di sviluppo partecipati e partecipativi. Dai i circoli deve ripartire la nostra iniziativa politica, cercando di materializzare cosi il lavoro svolto, che ci ha visto spesso protagonisti di importanti vertenze territoriali, che tuttavia con difficoltà si sono tradotti in consensi elettorali. Da qui parte la critica più profonda ai sistemi di sviluppo e da qui deve ripartire l’opposizione al governo Berlusconi, collante importante per costruire una sinistra di popolo. La via da intraprendere riparte da noi, dai nostri circoli, dalla nostra gente, lontano quindi, da costituenti che non sono altro che la sommatoria dei ceti politici esistenti. Penso alla costituente della sinistra, invocata da Sinistra democratica e a cui Vendola strizza l’occhio. Superare Rif.Com. per dialogare con il Pd in opposizione a Berlusconi significa distruggere la sinistra in Italia, significa distruggere questo patrimonio immenso che è rifondazione, ma soprattutto significa smettere di credere, che un alternativa a questo sistema di sviluppo sia possibile,per noi ancora lo è. Non guardo con piacere neanche all‘altra costituente, quella comunista troppo legata a settarismi escludenti in questa fase politica. Per questo compagni vi chiedo di non richiudervi in logiche di nicchia, ma di avanzare insieme proposte credibili, al altezza della sfida, non ci salviamo se non ricostruiamo la nostra utilità sociale in una dimensione di massa, riprendiamo possesso della questione morale, cambiamo i nostri linguaggi cosi lontani dal popolo che rappresentiamo. La classe dirigente avrà il compito di accompagnare per mano il partito in questo grande momento di riflessione e di rinnovamento in una logica democratica e partecipativa , il tutto abbandonando spinte di auto conservazione o logiche consolatorie. Condividi