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di Nicola Bossi "Quello che più mi ha colpito quando guardavo negli occhi dei tanti operai della Thyssen di Torino che presidiavano la fabbrica è certamente la paura. Una paura antica di chi sapeva che quella tragedia prima o poi, con un'azienda in fase di smantellamento, si sarebbe verificata e avrebbe potuto colpire chiunque dei 200 operai rimasti ancora in servizio". Alberto Sabatini, ternano doc e segretario del Prc a Terni, racconta queste cose a scatti. Ieri, insieme ad un pullman di lavoratori ternani, si è recato a Torino per ricordare gli operai uccisi della Thyssen. E in mezzo a quel coorteo doloroso ha avuto anche la lucidità di capire chi ci marciava politicamente e chi invece se ne fregava nonostante, come i vertici della Thyssen. "E' stata una giornata - continua Alberto Sabatini - certamente di grande tenzione. Il dolore ha fatto dire e ha fatto fare delle cose che certamente non serviranno per noi lavoratori ad imporre un luogo di lavoro più sicuro. Qualcuno ha approfittato del palcoscenico per fare della propria attività politica. L'esatto contrario della rabbia giustificata di quei operai che hanno visto l'Inferno e per via di quell'Inferno hanno perso amici carissimi". Continua Sabatini: "Non si può permettere più che una multinazionale che si mette in tasca grandi profitti sfruttando anche il nostro territorio, non investa una piccola parte dei denari in sicurezza. Abbiamo assistito ad un menefreghismo e ad un pressapochismo che fa veramente paura e che genera morte. La sicurezza a volte è stata affidata dalla multinazionale ad operai che avevano altri incarichi e ai quali per giunta non si davano mezzi per fare anche questa mansione. Terni, ma anche le istituzioni regionale ora devono avere spiegazioni dalla Thyssen per il bene dei suoi lavoratori" Condividi