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La questione delle primarie aperte (agli altri membri dell'ex Unione) oppure esclusive (ai soli candidati targati Pd) sta ormai facendo discutere la politica regionale e cittadina (Perugia in primis). Tante discussioni ma pochissima chiarezza: non si capisce se il Pd padrone vuole accettare le alleanze e quindi anche gli altri candidati oppure vuole prima scegliersi il candidato e poi imporlo agli alleati che desidera. Locchi, sindaco di Perugia, sogna una futura alleanza sul modello dell'Unione. Boccali un po' di meno. La Bruscolotti come sempre parla, scrive e afferma ma non si capisce che diamine di primarie vuole. Il capogruppo del Pd a Perugia, Alessandro Mariucci, è l'unico che fa una apertura agli altri partiti alleati. Lo fa con gesto di sfida ma almeno lo fa. "Vinti si candidi alle primarie che il Pd organizza per la scelta del candidato a sindaco di Perugia. Cosi vedremo se anche da noi può ricrearsi come in Puglia l'effetto Vendola. Le nostre primarie sono un segnale di grande apertura: per questo anche uno come Vinti si può candidare insieme a noi". Ecco il punto: Vinti o qualsiasi altro personaggio del centrosinistra può candidarsi senza rinunciare al simbolo oppure è costretto ad iscriversi al Pd e poi magari una volta votato diventare un ibrido tra il Boccali cementiere-vescovile e il Bracco dispensatore di perle di saggezza a voce bassa? Per le primarie del 2005 che diedero lo scettro a Prodi oguno si candidò con la propria appartenenza; quelle di Mister Veltroni vennero fatte delle epurazioni (Pannella e Di Pietro).Qual'è dunque il modello che piace al Pd padrone? Condividi