festival spoleto.jpg
SPOLETO - Fresco di recente nomina alla guida del prestigioso Festival di Spoleto, Giorgio Ferrara presenta il suo manifesto ed annuncia che la creatura del maestro Giancarlo Menotti onorerà, come dovuto, il suo creatore, al quale Spoleto deve perenne riconoscenza per aver fatto del suo Festival uno degli appuntamenti di eccellenza a livello mondiale. Al tempo stesso si aprirà alle nuove culture, “così spesso descritte nel cinema e così raramente rappresentate dal vivo”. Un impegno solenne a restituire ad un Festival dal passato tanto glorioso, “quella fama internazionale di cui godeva, facendone una vetrina imparagonabile di prestigiose creazioni. L'ambientazione che offre questa magica città, darà alle produzioni culturali una visibilità insostituibile'' Ferrara annuncia, dunque una rinascita del Festival nella continuità, nulla rinnegando del suo prestigioso passato, ma volto alla ricerca delle novità. Del resto questa era anche la prerogativa del festival menottiano ai suoi albori, quando tutto ciò che c’era di più nuovo nella cultura dei “Due Mondi”, finiva prima o poi per transitare a Spoleto. Ma torniamo ai giorni nostri, prendendo come riferimento il comunicato diramato oggi dal Comune spoletino dove si legge che “ogni anno verrà scelto un tema comune e portante, che indirizzerà le creazioni dei nostri maggiori ospiti”. Inoltre, sempre ogni anno verrà proposto un evento speciale da dedicare ad una grande personalità internazionale e si pensa pure ad un Premio, anch’esso internazionale da assegnare di volta in volta “a un celebre nome della scena mondiale”. La rappresentazione delle nuove culture si concretizzerà con la presentazione di grandi produzioni operistiche, teatrali e di danza, oltre che con il concerto in piazza che verrà affidato ad un grandissimo direttore d'orchestra e ad una formazione strumentale di fama. Da riprendere e da intensificare ancora più, anche la collaborazione internazionale del Festival che dovrà maggiormente aprirsi al dialogo con le principali manifestazioni europee e mondiali, favorendo le coproduzioni e lo scambio di ospitalità con esse. In più si pensa ad istituire delle Accademie ricerca drammaturgica contemporanea, promuovendo una serie di seminari, aperti al pubblico (che si concluderanno con la rappresentazione di spettacoli), alle quali verrà affidato anche il compito di animare la città nei mesi precedenti il Festival. Condividi