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NAPOLI – Se non fosse per l’ostentato tintinnio di manette che pervade l’Italia intera, saremmo tentati dal dire che il primo mirabolante parto del neo governo Berlusconi ha dato alla luce il più classico dei topolini. Ma andiamo per gradi. Sul piano dell’ordine pubblico la prima riunione (in trasferta) del Consiglio dei Ministri era chiamata a dare risposte risolutive su due problematiche: quella della sicurezza urbana e quella dei rifiuti ed in entrambi i casi una cosa è certa: se i provvedimenti annunciati dovremo urgentemente allargare la carceri italiane. Stravolgendo alcuni dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana Maroni e soci vogliono introdurre nel nostro Paese (unico caso in Europa), con un disegno di legge che, visti i rapporti di forza non avranno alcuna difficoltà a far approvare dal Parlamento, il reato di “immigrazione clandestina”, con tutti gli annessi e connessi fra i quali l’estensione della detenzione amministrativa nei Cpt dagli attuali 60 giorni a 18 mesi, vale a dire nove volte tanto. Ora, considerato che la cifra attuale degli immigrati non in possesso di un regolare permesso di soggiorno sono oltre 700mila in Italia, è facile immaginare cosa succederà nei nostri tribunali e, subito dopo, nelle patrie galere. L’unica soluzione pratica per lor signori sarà che così facendo otterranno il blocco completo del sistema giudiziario italiano e, ad essere maliziosi, si potrebbe pensare che alla fin fine è proprio questo che si ripromettono di realizzare, per fermare definitivamente l’attività di quei giudici scomodi che insistono nel fare luce sulle imprese del nostro premier e degli altri numerosi inquisiti che questi ha fatto eleggere. Manette, dunque, anche per le centinaia di migliaia di badanti che, in nero, assistono i nostri anziani e che se decidessero di rientrare nei loro Paesi di origine metterebbero nei guai altrettante famiglie italiane. E che dire, poi, per la questione rifiuti della Campania: poco o nulla, visto che tutte le decisioni sono state “segregate”. Si dovrebbe realizzare un nuovo inceneritore, il quarto dopo quelli di Santa Maria la Fossa e Salerno per i quali i lavori debbono essere ancora iniziati, e dopo quello di Acerra in fase di completamento e che dovrebbe entrare in funzione prima della fine dell’anno. Dove? Non si sa perché in questo caso dovrebbe essere il Comune a cavare il ragno dal buco individuandone la localizzazione. Come pure non si sa dove si dovrebbero aprire le 8 discariche che il Consiglio dei Ministri avrebbe individuato per risolvere il problema: anch’esse sono state “secretate” per non farlo sapere ai cittadini. Una cosa è però certa: si farà ricorso anche in questo caso alle manette con l’istituzione di un vero e proprio stato di polizia in Campania: in primo luogo viene chiamato in ballo l’esercito che dovrebbe affiancare le forze dell’ordine per sedare eventuali “rivolte” popolari. Ma non basta, perché sempre l’esercito dovrà presidiare i siti una volta resi noti e contribuire ad arrestare chi protestasse troppo vivacemente. Altri arresti dunque, vale a dire altri numerosi clienti per le carceri italiane, e questa volta non si tratterà di poveri immigrati clandestini. E le pene previste sono particolarmente severe: da tre mesi ad un anno per chi crea disordini e da uno a cinque anni per chi ostacola la gestione dei rifiuti. A sorvegliare che tutto questo si compia puntualmente Berlusconi ha chiamato l’ennesimo fidato amico: l’inossidabile Guido Bertolaso che dovrà lavorare in tandem con il commissario De Gennaro nel ruolo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’emergenza rifiuti. Ma vediamo le questioni economiche iniziando dalla detassazione degli straordinari: intanto va ricordato che una grande parte dei lavoratori italiani, gli statali, per l’esattezza, non godranno di nessun beneficio, essendo stati esclusi dal provvedimento: per gli altri non ci sarà comunque una detassazione completa in quanto verrà istituirà una cedolare secca del 10% sulle ore lavorate in più e sui premi legati alla produttività. Con un grosso limite, oltretutto, visto che questa aliquota agevolata si applicherà su un plafond non superiore a 3.000 euro e comunque per redditi fino a 30.000 euro percepiti nel 2007 e attestati dalla dichiarazione dei redditi. Per l’Ici si tratterebbe in pratica di una estensione della misura già disposta dal governo Prodi a favore dei proprietari di abitazioni non di lusso (prime case comunque), nel senso che a goderne ora saranno tutti i proprietari, ovvero anche i più ricchi che si vedranno così regalare qualcosa come 2 miliardi di euro. Infine, la sorpresa sui mutui che rischia però di tramutarsi in una beffa. A parole a chi si trova strozzato fra lo stipendio fisso e il mutuo a tasso variabile che determina la costante crescita della rata mensile da rimborsare, viene date la possibilità di ricontrattare con la banca la sua situazione (questo vale per i mutui accesi prima del 2007 e va fatto entro il 31 dicembre prossimo), tornando alla rata pagata nel 2006. La differenza rispetto all’importo attuale verrà addebitata su un conto del cliente sul quale sarà applicato un tasso fisso a 10 anni, maggiorato di uno spread dello 0,5 per cento. Come si vede il meccanismo non è facile da comprendere e probabilmente non sarà facile neppure da realizzare visto che alla fin fine il pallino resta nelle mani delle banche medesime la cui buona volontà andrà verificata nel concreto. Infatti, come qualcuno ha già osservato, riferendosi ad altre analoghe esperienze al riguardo, “fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Condividi