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di Nicola Bossi L'assoluzione di Francesco Calamandrei passa per la grande mole di lavoro che il suo avvocato, Gabriele Zanobini, ha portato avanti per quattro lunghi anni dove si è diviso tra le Procure di Perugia e di Firenze. "Non è stato facile smontare il castello costruito dall'accusa - spiega l'avvocato - dato che era fatto da molte testimonianze e da un contesto elaborato. Per smontare pezzo dopo pezzo sono stato costretto a mettere in moto una sorta di anti-Gides (il gruppo omicidi seriali affidato al super-poliziotto Michele Giuttari) composto dai miei figli, da alcuni assistenti e dalla figlia di Calamandrei". Un centro investigativo ombra che ha diviso in due parti il lavoro: un parte teorica incentrata sulla lettura delle carte (oltre 10mila pagine tra documenti, intercettazioni e testimonianze) e l'altra prettamente investigativa sul campo. "Le testimonianze delle ex prostitute che negli anni '80 - continua Zanobini - giravano intorno ai vari Pacciani, Lotti e Vanni non sono mai riuscite a rendere delle testimonianze credibili: i loro racconti erano tutti basati su ricordi imprecisi o su fatti sentiti tramite terzi. Le stesse dichiarazioni del presunto pentito Lotti sono state alla fine facili da smontare: lui parlava di un dottore che commissionava delitti e feticci, ma la parola dottore non può essere associata con certezza alla figura di farmacista di Calamadrei. Può avere mille attinenze differenti". Importante anche la figura del medico perugino, Francesco Narducci, che molte testimonianze avevano collocato vicino a Calamandrei e che l'accusa lo aveva inquadrato come facente parte del giro che commissionava per scopi sessuali-esoterici i feticci delle vittime. "Ho dimostrato in aula che Francesco Narducci non è mai stato a San Casciano Val di Pesa e che quindi non conosceva Calamandrei. L'ho provato con la testimonianza della moglie in fatto di abitudine ed orari e inoltre attraverso i registi delle assenze e delle presenze del policlinico dove lavorava. In più le ex prostitute su Narducci non hanno effettuato un riconoscimento limpido: su cinque foto a loro mostrate soltanto in un caso riconoscevano il medico di Perugia". Condividi