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di Nicola Bossi Assolto per non aver commesso i fatti a lui contestati. Con questa formula il Tribunale di Firenza ha tolto dai guai il farmacista di San Casciano Val di Pesa Calamandrei accusato di essere stato il mandante degli ultimi quattro duplici omicidi del mostro di Firenze. Una sentenza che di fatto va a vanificare il lavoro della Procura di Firenze e del super-poliziotto Michele Giuttari che avevano individuato i compagni di merende (Pacciani, Vanni e il Katanga) come il primo livello degli assassini del Mostro. Loro i guardoni che individuavano le coppie, uccidevano e poi portavano le escissioni dei corpi ad un secondo livello. Ecco il secondo livello doveva essere quello della setta esoterica capitanata da Calamandrei ed altri personaggi dediti alla magia, al sesso violento ed estremo. Tra questi a Firenze era spuntato - con tanto di testimonianze e riconoscimento - il nome di Francesco Narducci il medico di Perugia morto al Lago Trasimeno nel 1985. Cosiderato amico intimo del Calamandrei e conoscente dei compagni di Merende. Su questa morte sono aperti due filoni dalla Procura di Perugia per mano del Pm Giuliano Mignini, inchiesta ufficialmente legata a quella del Mostro di Firenze. La teoria dell'accusa: Narducci faceva parte della setta e fu ucciso al Lago Trasimeno perchè voleva andarsene. Partecipò all'ultimo omicidio degli scopeti del 8 settemnbre del 1985. Lasciò, prima di morire, una lettera nel quale avvertiva i familiari del folle gesto. Poi grezie alla rete massonica perugina tutto fu messo a tacere: ci fu persino uno scambio di cadavere per sviare le indagini. Tante accuse che rischiano di essere archiaviate a breve oppure possono dar vita ad un processo a questo punto che mira soltanto ad accertare le colpe e i motivi dello scambio di cadavere. Già messo da parte dello stesso Pm il filone sui mandanti tra cui figurava proprio Calamandrei come figura chiave. Condividi