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PERUGIA - Giovedì 22 maggio, alle ore 17.00, presso l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” in Perugia, avrà luogo la conferenza con proiezione audiovisiva “Aroldo Bellini scultore e il Classicismo di Primo Novecento, da Perugia alla Capitale”. Relatori Stefano Bottini, fotografo e critico d’Arte e Marco Nicoletti, storico d’Arte e d’Architettura. L’incontro, promosso dalla Fondazione dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, sarà introdotto dal Presidente Alfredo De Poi, dal Direttore Fabrizio Fabbroni e dal Titolare della cattedra di Scultura e Tecniche della Scultura Massimo Arzilli. La storia della più rappresentativa arte italiana della prima metà del ‘900 è stata sicuramente scritta sotto l’aura del fatidico Ventennio. Lo scultore perugino Aroldo Bellini (1902-1982), vero e proprio enfant prodige del suo tempo, conseguiti i Diplomi in Scultura e Architettura presso la Locale Accademia d’Arte, giovanissimo abbandona la provincia e trova nella Roma del Ventennio la scena ove rappresentare in maniera grandiosa il proprio talento. Nel decennio tra gli anni ’30 e ’40, Bellini, cogliendo a pieno la coniugazione di Classicismo e Razionalismo attuata dalla nuova architettura aulica del Regime – il Foro Mussolini, l’Esposizione Universale di Roma – E42 - realizza un sorprendente numero di opere, tra le quali spiccano ben diciassette dei sessanta colossi marmorei che ornano lo Stadio dei Marmi di Roma. Con un impegno condotto su larga fascia e in piena adesione al diktat della mistica di regime, muovendo dall’arte arcaica e giungendo all’arte oggettuale moderna, sull’esempio di Arturo Martini, Bellini offre misura del proprio talento in studi di possenti realismi atletici, differentemente espressi a seconda dell’ambiente di destinazione, connotato come razionale, qualora si tratti di architetture, oppure romantico, qualora le opere vengano suggestivamente collocate en plein air. Riconoscere oggi, al di fuori di ogni ideologismo, la potenza rappresentativa e l’originalità espressiva di Bellini, è un contributo alla riscoperta dei valori assoluti dell’Arte. Condividi