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PERUGIA - In Umbria sono circa 600 le persone affette da sclerosi multipla. Un numero, come si legge in una nota del Cesvol, che colloca la regione in alto nella classifica nazionale, probabilmente al secondo posto in assoluto, dopo la Sardegna. Del problema ‘sclerosi multipla’ e di come affrontarlo sotto i vari aspetti interdisciplinari, parlerà AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) nella Settimana Nazionale, dal 17 al 25 maggio. Anche AISM Perugia, la sezione locale della onlus (che quest’anno festeggia in Italia il 40ennale) si mobilita per sensibilizzare malati, famiglie e pubblico intorno a un problema più diffuso di quanto si pensi. Sabato 17 e domenica 18 maggio, uno stand di AISM Perugia con volontari e ragazzi in servizio civile sarà presente in Piazza della Repubblica, dalle 9,30 alle 18,30, per offrire materiale informativo, pubblicazioni, informazioni a chi necessita, gadgets vari, dietro libera offerta, destinata poi al finanziamento dell’assistenza ai malati sul territorio. Un convegno: “Un mondo libero dalla SM”, sabato prossimo, 24 maggio, all’Hotel Quattrotorri di Corciano, sarà poi l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte nella ricerca clinica, nella diagnostica, nell’assistenza, nella riabilitazione. Interverranno al convegno AISM i maggior nomi della sanità territoriale nel settore: tra gli altri Paolo Calabresi, Direttore della Struttura Complessa di Clinica Neurologica dell’Università degli Sudi di Perugia; Paola Sarchielli, ricercatore della stessa Clinica Neurologica; Mauro Zampolini, Direttore del Dipartimento di Riabilitazione della Asl 3 dell’Umbria; Giuliana Costantini, psicologa, psicoterapeuta e fisioterapista presso la Asl 2. “La sclerosi multipla” spiega Mauro Belligi, presidente AISM Perugia “è una malattia grave e invalidante e dal decorso imprevedibile”. Ad esserne colpiti sono soprattutto i giovani – tra i 20 e i 30 anni la fascia d’elezione, per una malattia che resta a tutt’oggi incurabile; in maggioranza le donne, in rapporto di 2 a 1 sugli uomini. La ricerca, non solo sulle cellule staminali ma su diversi filoni scientifici, è fondamentale, così come l’assistenza, per migliorare la qualità di vita dei malati. Condividi