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Nel giorno del lutto al braccio e dello sciopero per ricordare a Torino come a Terni la morte dei lavoratori della Thyssen, pubblichiamo la lettera di una ragazzo di Terni che racconta l'angoscia di una famiglia operaia che vive alla Thyssen. Le paure per un padre che per una vita migliore per il figlio è costretto ad orari massacranti. E' la lettera di Simone Cennamo di Terni, studente fuori sede, che è stata inviata a Liberazione e Umbrileft.it Salve compagni/e, noi tutti stiamo vivendo l'ennesimo dramma,le ennesime morti sul lavoro, stragi, ogni anno, ormai quasi ogni giorno. La domanda che ci si pone è forse retorica: come si può morire con così tanta facilità, durante quella che dovrebbe essere l'attività più normale che l'uomo svolge, il lavoro? Uomini che si recano nei cantieri, nelle miniere, nelle fabbriche per dare un futuro ai propri figli e non sanno se torneranno a casa, lasciando così la propria famiglia, per dirla in maniera pascoliana, come uccelli che nel proprio nido aspettano chi li accudisca, chi li sfami, chi forse non tornerà, perché magari, costretto a 13 ore di lavoro massacrante, prende fuoco in una fabbrica. La mattina della strage, mi alzo per prepararmi, accendo la tv, vedo operai con scritto acciai speciali Terni che piangono. Mio padre lavora alle acciaierie,ultimamente fa anche più di uno straordinario per potermi pagare gli studi fuori sede. Poteva essere anche lui, potevo essere io, senza più un padre. Queste domande, questi interrogativi, non se li pone quasi nessuno, finché le cose non vengono sbattute in prima pagina,finché il fatto non fa clamore. Le morti sul lavoro ce le fanno scivolare addosso, come se niente fosse, ma per fortuna c'è chi non ci casca. I signori che comandano devono chiedersi perché ancora accade ciò, perché si deve essere costretti a lavorare 12 ore, se poi il lavoro te lo danno, perché si deve morire in quel modo? E' ora di finirla e questa non è retorica, è purtroppo la realtà, che è una brutta realtà, anche se spesso vogliono farci credere che queste cose non succedono. Vorrei sapere l'onnipresente montezemolo cosa ha da dire ora, vorrei sapere se è arrivata l'ora di ascoltare chi mette il lavoro come priorità assoluta delle eventuali scelte di governo che si devono fare. Amici giornalisti mi dimenticavo: viene prima la competitività aziendale, almeno cosi qualcuno dice. Non mollate, continuate a denunciare gli abusi, le barbarie, le ingiustizie che i lavoratori subiscono;questo deve essere il punto di partenza di una sinistra forte. Simone Cennamo Terni Condividi