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di ROSSO DISERA... Ora sono 984 dall’inizio dell’anno. Altre atroci, inaccettabili, incredibili morti sul lavoro: i quattro operai delle Acciaierie della ThyssenKrupp di Torino bruciati vivi nel rogo acceso forse dall’olio ad alta temperatura fuoriuscito dai tubi esplosi in un secondo. I loro colleghi gravemente feriti, le famiglie attonite, il Capoluogo piemontese in lutto, le voci delle Istituzioni che si levano, la “Prima” alla Scala di Milano che osserva un minuto di silenzio, la richiesta di un Consiglio dei Ministri ad hoc per varare azioni che possano arginare questa piaga vergognosa che non si chiude. Ci saranno risarcimenti e poi le polizza assicurative per le famiglie: ma che prezzo ha una vita? Quella di un marito, di un padre, di un figlio perduti per sempre in maniera orribile? Morti shock che si potevano evitare? A Torino si parla di scarso controllo sulla manutenzione degli impianti e di turni di lavoro di 12 ore. Nel terzo millennio, nel villaggio globale di Internet,dove tutto è virtuale, il fuoco ancora brucia realmente la vita di operai i cui stipendi non sono certo da VIP: il contratto dei metalmeccanici deve ancora essere rinnovato. Domani, 10 dicembre, 8 ore di sciopero dei metalmeccanici, indetto dai sindacati che annunciano una raccolta di fondi per le famiglie delle vittime ed ipotizzano la loro costituzione come parte civile nell’inchiesta sul rogo dello stabilimento. Prime iscrizioni nel registro degli indagati. Nel pomeriggio di oggi comunicato stampa dell’azienda tedesca che afferma incredibilmente: “al momento non c’e’ alcuna conferma che all’origine del rogo vi sia la violazione degli standard di sicurezza”. Sempre domani saranno convocati dal Ministero della Salute i vertici della multinazionale, i sindacati Fim, Fiom ed Uil ed i sindaci di Torino e di Terni. Quello delle morti sui luoghi di lavoro è un tema che urla vendetta. A Perugia, alla Sala dei Notari, il 19 novembre scorso, in un Consiglio Grande, venne firmato ufficialmente il “Patto per la sicurezza sui luoghi di lavoro” da parte delleiIstituzioni locali, degli addetti ai lavori, delle associazioni sindacali e degli imprenditori: un patto in 12 punti contenenti altrettante proposte concrete per tentare di debellare il problema. Ce ne siamo già occupati. Sul gravissimo tema intervengono anche i consiglieri comunali dell’Intergruppo della Sinistra, che sulle morti bianche hanno presentato un ordine del giorno per chiedere al Comune di Perugia di costituirsi “parte civile” nei casi di incidenti mortali sul lavoro che avvengono nel suo territorio. Ecco il testo di quel documento: “I sottoscritti Consiglieri Alessandro Monaco, Paolo Cippiciani, Franco Granocchia, (Sinistra democratica), Rita Manfroni e Carlo Fabbri (Rifondazione comunista), Fabio Faina (Comunisti italiani), constatato che il dramma delle morti dei lavoratori continua ad essere una piaga che non si arresta, nonostante l’impegno dei vari soggetti competenti. Ritenuto che l’Istituzione comunale si è attivata per sensibilizzare, proporre e contribuire alla ricerca di soluzioni affinché la sciagura delle morti bianche avesse fine. Verificato che nonostante tutti gli sforzi compiuti il fenomeno non solo non si è ridotto ma aumenta drammaticamente. Si impegna il sindaco e la giunta a far costituire il Comune come parte civile nei processi ogni volta che nel territorio comunale dovesse ripetersi il dramma di una morte sul posto di lavoro”. Condividi