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di Marta Melelli Prc San Giustino Dopo la dura sconfitta elettorale e la crisi di consensi, proviamo a rialzarci e facciamolo con un congresso che chiarisca la linea politica. Quella che stiamo vivendo ora è la fase più difficile, determinata da un conflitto interno per decidere le sorti del partito e l’iter congressuale, nonché resa più dura dal PD che tenta di far scomparire la Sinistra anche nell’ambito dell’UE, volendo introdurre una soglia di sbarramento per le elezioni europee. Il tema centrale del cpn svolto il fine settimana passato è stato l’unità di Rifondazione e le conseguenti modalità per ottenerla. Soprattutto due le parti: da un lato c’è Giordano e Vendola, che sostengono di ripartire dal PRC proponendo però una costituente della Sinistra, quindi di creare un processo che parta da Rifondazione ma non si fermi ad essa, mentre dall’altro lato si sono posti Ferrero e Grassi che propongono di rafforzare Rifondazione senza il suo superamento, coordinando però tutte le forze della Sinistra per ostacolare il governo Berlusconi e la sua folle marcia nel portare a destra gli animi italiani. Oltre a ciò i dissidi interni sono scaturiti anche riguardo al modo con cui presentare i documenti al congresso: Ferrero e Grassi hanno proposto un congresso unitario a tesi, mentre i compagni della mozione Giordano e Vendola hanno voluto un congresso a documenti contrapposti. Lo dico chiaramente: ritengo che la proposta di Giordano e Vendola sia destinata al fallimento, in quanto penso che le adesioni a questa forza comune della Sinistra sarebbero scarse, come ci hanno dimostrato queste recenti elezioni, dove le componenti de la Sinistra l’Arcobaleno, oltre che la disdetta, hanno dovuto subire la beffa di vedersi portar via voti dal Carroccio, nonché il rammarico di non aver convinto la popolazione astensionista. Nelle passate elezioni Rifondazione ha sempre riportato percentuali convincenti su una piattaforma politica chiara e condivisa. Non siamo mai stati chiusi in un “fortino identitario”. Tutt’altro. Ripartiamo da qui. Ripartiamo dall’idea e dalla convinzione che il PRC e la sua politica sono una delle cure indispensabili alla decadenza dell’Italia, ora in mano a leghisti, derelitti fascisti (per i quali è più oltraggioso bruciare la bandiera italiana che essere vittime della violenza naziskin) e ministri showgirl. Ma per dare una speranza al popolo di Sinistra non si cerchi la frantumazione, bensì i motivi che ci legano ai nostri simboli e alla nostra storia e da questi trovare le energie per ricominciare. Condividi