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Finalmente è rinata la Sinistra italiane e, come è per tutte le creazioni che si rispettano, ha preso vita dal caos: un “caos creativo”, però, come è stato giustamente definito da chi era alla due giorni della Nuova Fiera di Roma, dove erano riuniti gli stati generali dei quattro partiti che, assieme a tanti movimenti, animeranno a futura federazione: una forza politica consistente, che i primi sondaggi accreditano già di un 12% di consensi elettorali e che per il ministro verde, Pecoraio Scanio, possono diventare, debbono diventare addirittura il 15%. E caos non poteva non essere definito il gioioso via vai di tanti compagni (assai più dei 5 mila che erano attesi), molti i giovani, che passavano da una sala all’altra, per seguire per quanto possibile, i seminari (nove) e i workshop che sono fioriti in ogni dove, per discutere animatamente di pace, ambientale, lavoro, welfare, immigrazione, legalità ed altre questioni ancora che andranno a costituire il Manifesto della nuova aggregazione politica rosso-arcobaleno. La definizione migliore di ciò che è accaduto a Roma l’ha data Valentino Parlato, direttore-fondatore de il Manifesto: "C'è aria di champagne di buona marca", frizzante, delicato, suggestivo”, ha detto. E fra tanto discutere non poteva certo essere dimenticato il ruolo che le donne dovranno avere nella costruzione di questo progetto; un ruolo assolutamente centrale, come è centrale nella nostra società la differenza di genere e la necessità di avviare una nuova stagione dei diritti che non può costituire un semplice "paragrafo" del nostro programma, ma deve diventare un valore fondante della Sinistra. Una sinistra “che negli ultimi anni non ha avuto un punto di vista autonomo. Me ora c'è la possibilità di ricostruire una critica al capitalismo del nostro tempo, dare la concreta possibilità di sperare in un altro mondo possibile»: come ha detto Giordano che ha anche rimarcato che essa diventerà "il terzo soggetto politico in Italia". Ora, compiuto finalmente il primo passo tanto atteso, dobbiamo stare attenti a non tornare indietro, a dividerci nuovamente. L’unità che abbiamo raggiunto è preziosissima e lo stesso Pietro Ingrao, il grande vecchio della sinistra italiana, l’ha voluto sottolineare quando, sommerso da una standing ovation che pareva non dovesse avere fine, ha lanciato il suo appello ai compagni presenti ed assenti: "Fate presto –ha urlato con tutta la sua passione- perché la vostra unità urge e il Paese ne ha bisogno". Un urlo che è stato prontamente raccolto, poco dopo, da Niki Vendola, anch’esso applauditissimo, quando ha detto che "Serve il coraggio di una nuova nascita", quella nascita per la quale noi abbiamo deciso di avviare l’avventura di Umbrialeft. BOZZA DICHIARAZIONE d’INTENTI Noi, uomini e donne che abbiamo partecipato all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, siamo impegnati nella fondazione del nuovo soggetto della sinistra: una sinistra unita, plurale, federata. L’Italia moderna, nata dalla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, ha bisogno di una sinistra politica. Il mondo chiama a culture critiche rinnovate, che conservano la memoria del passato e tengono lo sguardo rivolto al futuro. Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civiltà; valore del lavoro, dell’ambiente, del sapere; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali e maschilisti. La sinistra/l’arcobaleno oggi nasce. Crescerà attraverso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi nella storia del Paese. L’ambizione è quella di costituire non una forza minoritaria, ma un soggetto grande e forte, capace di competere per l’egemonia, influente nella vita della società e dello Stato, che pesi nel campo politico del centrosinistra. Un soggetto capace di contrastare le derive populiste e plebiscitarie, figlie di una politica debole e della separazione tra potere e cittadini. Un protagonista in Italia, collegato ai movimenti, ai gruppi e ai partiti più importanti della sinistra e dell’ambientalismo in Europa. La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è del lavoro e dell’ambiente. La globalizzazione liberista si è retta su una doppia svalorizzazione: del lavoro umano e delle risorse naturali. La riduzione a merce provoca la doppia rottura degli equilibri sociali e degli equilibri ambientali. Intollerabile crescita delle diseguaglianze e insostenibili cambiamenti climatici hanno una comune origine e portano alla stessa risposta: un altro mondo è possibile. Mettere in valore l’ambiente e il lavoro (in tutte le sue forme, da quelle oggi più ripetitive alle più creative) è il cuore di un pensiero nuovo, che non rinuncia a coltivare in questo mondo la speranza umana. In Occidente, ciò comporta innanzitutto alzare la qualità del lavoro, combattere il precariato, contrastare le discriminazione verso le donne. Comporta la difesa e il rinnovamento dello Stato sociale, e la progettazione di una riforma più grande di quella che portò allo Stato sociale: una società non consumista, un’economia non dissipativa, una tecnologia più evoluta. Un nuovo inventario dei beni comuni dell’umanità: acqua, cibo, salute, conoscenza. La conoscenza deve crescere ed essere distribuita: impossibile, senza la libertà della cultura, dell’informazione, della scienza e della ricerca, e senza la lotta conseguente contro le regressioni tribali, etniche, nazionaliste, fondamentaliste. Il dialogo tra culture e civiltà diverse, aperto a nuove scritture universalistiche dei diritti sociali e dei principi di libertà, è tanto più essenziale nell’epoca delle grandi migrazioni, del web e della comunicazione globale. La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è della pace. Lo spirito della guerra minaccia l’umanità. Ecco di nuovo la corsa al riarmo: cresce vertiginosamente la spesa per armamenti convenzionali, chimici, batteriologici, nucleari. Saltano le firme sui Trattati di riduzione e controllo degli armamenti. L’Europa è uno degli epicentri della corsa. Ora, è il momento di fermarla. La pace, che ha visto scendere in campo il più grande movimento di massa del dopoguerra, particolarmente in occasione della guerra irakena, è la carta vincente. La pace è possibile in un mondo multipolare. Il millennio si è aperto con l’annuncio di un “new American century”: i fatti hanno già dimostrato che il mondo non è governabile da un unico centro di comando. Anche per questo c’è bisogno di rinnovare o democratizzare le istituzioni multilaterali, e di una Europa più forte ed autonoma. La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è delle libertà individuali e collettive. Le libertà possono crescere solo in uno Stato laico. Per questo la laicità dello Stato è un bene non negoziabile. Uno Stato laico riconosce le forme di vita e le scelte sessuali di tutti e di tutte. Si regge sul rispetto di tutti i sistemi di idee, di tutte le concezioni religiose, di tutte le visioni del mondo. Combatte l’omofobia e il maschilismo. Assume dal femminismo la critica delle strutture patriarcali e il principio della democrazia di genere. Crea le condizioni sociali e istituzionali per rendere effettivi i diritti e le scelte libere di tutti e di tutte. La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo guarda ad una nuova stagione della democrazia italiana. Pronta ad assumersi, oggi e in futuro, responsabilità di governo, od esercitare la sua funzione dall’opposizione. I temi all’ordine del giorno sembrano “autorità, governabilità, decisione”, non si vede che quelli veri sono l’autorevolezza e la legittimazione, una nuova capacità di rappresentanza politica, in un rapporto dialettico con l’autonomia della rappresentanza sociale. La sinistra/l’arcobaleno contribuirà a semplificare e rinnovare il sistema politico. Ma i sogni bipartitici appaiono velleitari, e i progetti di “ mani libere” spacciano per modernità la restaurazione dell’antico trasformismo. Se c’è declino italiano, esso dipende dal corporativismo, dal dilagare del privilegio e dell’ineguaglianza; dalla debole innovazione, dalla perdita di coesione, dalla diffusa illegalità; dalla perdita della capacità di indignarsi verso quello stato di violenza assoluta che si chiama mafia, ‘ndrangheta, camorra; dall’oblio della questione morale. Riformare la democrazia e la politica vuol dire nutrire di valori un progetto di società. La sinistra/l’arcobaleno intende far pesare fin da ora la sua forza politica e parlamentare per ricontrattare, con il Partito Democratico e gli altri alleati dell’Unione, un’agenda del governo di centrosinistra per il tempo della legislatura che resta. Consapevoli che la presenza di un centrodestra, e della sua più forte componente guidata da Berlusconi, intriso di populismo e di fermenti conservatori e reazionari, richiede unità e chiare alternative programmatiche. Noi, partecipanti all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, ci rivolgiamo alle forze politiche, ai gruppi organizzati, ai movimenti, al popolo della sinistra, a tutte le singole persone che vogliono partecipare attivamente alla costruzione del nuovo soggetto. In una discussione aperta e libera sulle idee, gli obiettivi, i programmi, le forme di organizzazione e di rappresentanza. Venite, diventate parte di un progetto che può cambiare profondamente la situazione italiana e influenzare la politica europea. Condividi