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Arrivo in Kenia Il caldo umido di Mombasa ci assale come sempre all’improvviso anche se chiaramente il clima in questa regione, appena sotto l’equatore, di questi tempi lo conosciamo bene, ma nonostante l’inverno mite lasciato a Roma, il senso di disagio è forte... non sai dove sistemare il piumino ed anche i calzini di cotone sembrano calzettoni da alpino. Poi la solita confusione allegra dell’aeroporto, il clamore del mercato e gli odori inconfondibili. Siamo proprio arrivati. Per la seconda volta, stessa delegazione, siamo qui per rendere concreto un progetto di costruzione di una scuola in una zona depressa del Kenia, Marafa; progetto elaborato nello scorso gennaio visitando la scuola di Makumba e constatando la scarsità dei mezzi, ma l'entusiasmo di tutto lo staff educativo. Questa volta non siamo soli però….oltre che dalle strutture della Cgil dell'Umbria il progetto sarà realizzato infatti anche con il contributo della Ancst Umbra, l’associazione delle cooperative di servizio, che vedendo il filmato del progetto, ha voluto collaborare con noi. Troviamo la strada tra Mombasa e Mambrui in migliori condizioni rispetto alla volta precedente e lo slalom tra le voragini dell’asfalto è meno continuo. Appaiono cartelloni giganti con facce sorridenti e ci ricordiamo che è tempo di elezioni!! Osservare lo stile della propaganda e vedere lavori che, fermi da tanti anni, improvvisamente fervono, ci fa pensare che forse la globalizzazione non si limiti solo alle produzioni o alla finanza. Il clima è però al momento sereno, non incontriamo assembramenti, tafferugli o semplicemente capannelli di persone che discutono, ma mentre arriviamo tranquillamente alla casa che ci ospiterà, apprendiamo che nelle stesse ore e sulla stessa strada, un pulmino è stato assaltato e i turisti derubati. Anche se la discussione sulla sicurezza in Italia è prioritaria in questo momento, i commenti sono vivaci, come se venissimo da un paese dove non accade mai nulla di male… Forse perché la maggior parte di chi si trova qui non accetta che il suo angolo di relax possa essere turbato da fatti che possano rompere gli incantesimi di un immaginario che vede le bellezze dell’Africa, ma che forse ne ignora i problemi. Ormai siamo conosciuti e l’accoglienza è affettuosa; sanno cosa veniamo a fare ed accoglierci come amici è il modo per dimostrare gratitudine. Prendiamo subito contatto con i nostri preziosi referenti, Giancarlo e Marina Cecchetti, per progettare i vari incontri. Andremo prima alla scuola, per sancire, diciamo così, formalmente, il nostro impegno, poi sarà la volta dei costruttori, (la parte più complicata, ma essendo sindacalisti, contrattare è il nostro mestiere….), quindi avremo un meeting con sindacalisti locali ed infine ci incontreremo con Tabita, la studentessa che aiutiamo a frequentare il college. Ma mentre mettiamo in fila le cose, cercando di organizzare tutto, arriva un ragazzo che grazie alla Cgil ha potuto terminare gli studi l’anno passato e lo ha fatto così brillantemente che è stato chiamato per entrare nella polizia statale, lavoro considerato molto prestigioso; ci ringrazia felice e noi dalle prime due giornate in Africa traiamo una intima soddisfazione: i nostri micro progetti hanno prodotto negli anni buone cose ed anche un solo ragazzo strappato alla miseria o alla delinquenza ci appaga e ci poniamo la domanda se siamo noi che diamo qualcosa o piuttosto è tanto ciò che riceviamo… Domani a Makumba! Condividi