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«Se la comunità mi chiederà una disponibilità, io sono pronto a riflettere», ha detto ieri Vendola vestendo i panni di leader 'in pectore´ se al congresso vincesse la "mozione" vicina all´ex presidente della Camera. Il governatore pugliese potrebbe essere il candidato alla segreteria, ma questo non è necessario che avvenga ora: il congresso si celebrerà a fine luglio. C´è tempo per riflettere e magari tirare la volata per qualche giovane, come fece in Puglia quattro anni fa con Nicola Fratoianni. Il governatore, a margine dell´ultima giunta regionale, dicono sia stato abbastanza «rassicurante», escludendo un coinvolgimento diretto nella segreteria del partito perché gli preme, ora, far vincere una linea di rifondazione della sinistra che dialoghi col partito democratico e salvi Rifondazione da «secche identitarie». Sarebbe, questo sì, un padre nobile del nuovo corso. E forse qualcosa in più, visto che da governatore di una regione come la Puglia può essere l´applicazione di quel dialogo col Pd. In questo scenario, Vendola, piuttosto che dimettersi da governatore, sarebbe pronto a ricandidarsi per succedere a se stesso. E la partita, per quanto si sia fatta in salita dopo l´esito delle elezioni politiche di un mese fa, non è persa in partenza dal momento che le indiscrezioni sul fronte opposto non escludono un battaglia campale, tutta interna al Pdl, tra il capogruppo di Forza Italia, Rocco Palese che non smette mai di marcare a uomo il governatore Vendola, e la neo senatrice Adriana Poli Bortone, esclusa dalle nomine ministeriali. Per Vendola, le prossime saranno comunque settimane difficili. Cruciali. Non solo per le sorti del "suo" partito ma anche del "suo" governo. Nel Pd in molti battono il chiodo della verifica. E il pressing sul governatore sarà più intenso dopo il 16 maggio, quando il Pd riunirà la direzione generale. Il partito di maggioranza relativa è impegnato nell´elezione del suo capogruppo. Ma pare che si temporeggi perché si vuole legare la nomina a un possibile rimpasto di giunto. C´è una parte del partito, quella jonico-salentina, che spinge per ridurre il peso degli assessori tecnici nell´esecutivo: tra Silvia Godelli, Marco Barbieri, Angela Barbanente e lo stesso Massimo Ostillio, il Pd cerca spazio. Se riuscisse a piazzare nell´esecutivo il tarantino Michele Pelillo che viene dalla Margherita lettiana, nulla osta per l´ex diessino Antonio Maniglio alla guida del gruppone Pd. Ma questa non sarebbe l´unica ipotesi. C´è quella più impegnativa che porterebbe non alla sostituzione di assessori ma alla loro riduzione attraverso l´accorpamento di deleghe. I servizi sociali con la sanità, ad esempio. Oppure le opere pubbliche con i trasporti. E l´assetto del territorio con l´ambiente. Finora il presidente non s´è pronunciato su nulla. «Ma non è detto che non stia riflettendo», chiosa più d´uno nel centrosinistra. Condividi