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PERUGIA - Le Segreterie di Cgil, Cisl, Uil, in relazione agli ultimi incidenti sul lavoro che hanno portato alla morte di altri quattro lavoratori negli ultimi giorni, oltre alle due ore di sciopero indette dalla categoria dei metalmeccanici, invitano TUTTI I LAVORATORI a recarsi a lavoro, NELLA GIORNATA DI LUNEDI’ 10 DICEMBRE, con una FASCIA NERA AL BRACCIO, in segno di solidarietà e di lutto per i compagni deceduti. Mentre Il prossimo 15 dicembre tutti in piazza, a Perugia, per fare festa con Cgil, Cisl e Uil, ed anche con i sindacati di polizia. Una festa contro il razzismo e la xenofobia e per “una città più sicura e solidale”. Una sveglia nei confronti di un’amministrazione comunale che continua a rappresentare Perugia come un “set cinematografico”, ostinandosi a ridurre il problema “sicurezza”, che è sempre più avvertito dai cittadini, ad una semplice questione di ordine pubblico, quando, invece, la realtà sociale che la circonda è profondamente cambiata e richiede si essere governata con metodi e proposte nuove; una risposta anche - così li ha definiti il segretario della Camera del lavoro di Perugia, Mario Bravi - ai “cortei cupi e silenziosi” organizzati dalla destra. Gli organizzatori (erano presenti alla conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa anche Ulderico Sbarra, per la Cisl, e Roberto Silvestri, per la Uil) si sono anche augurati che in quel giorno in piazza della Repubblica, ovvero nel cuore del centro storico perugino, si ritrovino in tranquillità ed armonia, per fare festa tutti insieme ascoltando tanta buona musica, intere famiglie, giovani, anziani ed anche, si spera, molti degli “stranieri” che sono ospiti di Perugia e dell’intera regione, persone che sono giunte da noi in cerca di un lavoro con il quale mantenere le famiglie lasciate in patria e che ora, per l’intolleranza di pochi, si vedono minacciato il futuro. E sono tanti, in Umbria, i lavoratori immigrati che contribuiscono a mandare avanti le nostre aziende, o che ci aiutano in casa, accudendo i nostri malati e i nostri anziani. E spesse volte sono anche sfruttati da chi, senza scrupoli, li impiega in nero condannandoli alla clandestinità e, credeteci in parola, più d’uno di questi falsi moralizzatori l’abbiamo visto mentre inalberava un cartello offensivo nei confronti dello “straniero” che mette in pericolo la nostra tranquillità, semplicemente perché parla una lingua diversa dalla nostra, professa un’altra religione o, magari, ha solo la pelle più scura. La nostra è una delle regioni italiane a più alta concentrazione di immigrati, se ne contano in tutto, fra quelli perfettamente regolari ed integrati, più di cinquantamila, ventimila dei quali risiedono nel capoluogo. E molti di loro hanno ormai scelto l’Umbria come loro terra d’adozione, facendosi raggiungere dalle famiglia. Se accogliessimo le parole d’ordine di chi ha organizzato le “fiaccolate” di protesta, ma anche della maggior parte di quelli che vi hanno preso parte, li dovremmo rimandare tutti a casa. Se lo facessimo ci tireremmo però una bella zappata sui piedi e ne pagheremmo ben presto le conseguenze. Tanto più che fra chi ha urlato in pubblico slogan bellicosi, prendendosela magari con le prostitute o i transessuali che con il loro commercio insudiciano le nostre strade, c’era anche chi nel privato aveva affittato loro un appartamento affinché quell’esecrato commercio lo potessero più comodamente esercitare fra le pareti domestiche. Ecco perché noi non mancheremo all’appuntamento del 15 dicembre. Condividi