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PERUGIA - Gli uomini della Tenenza della Guardia di Finanza di Assisi hanno concluso in questi giorni tre complesse verifiche fiscali, avviate nello scorso mese di febbraio nei confronti di altrettante società di capitali aventi sede in Bastia Umbra, tutte esercenti l’attività di costruzione e vendita di immobili residenziali e commerciali. Facenti parte di un unico gruppo che negli anni scorsi ha movimentato dinamicamente il mercato immobiliare, le società erano specializzate negli immobili di categoria e finiture medio-alte, costruiti e venduti in molti comuni della provincia di Perugia. Le attività ispettive sono state avviate solo dopo che gli investigatori della Tenenza di Assisi, avendo raccolto un gran numero di informazioni sul territorio ed averle analizzate, approfondite e verificate, grazie anche ai riscontri ed agli “incroci” resi possibili dalle interrogazione alle banche dati in uso al Corpo, avevano delineato un quadro indiziario di evasione e frodi fiscali particolarmente solido e corposo. Gli interventi conseguentemente attuati hanno da subito confermato l’attendibilità del lavoro svolto a monte, atteso che già dai primi giorni di esami contabili e documentali i finanzieri sono stati in grado di appurare un’evasione fiscale sistematica e ricorrente, normalmente quantificabile nel 30% del valore degli immobili ceduti, ma con punte fino al 45-50%. La metodologia fraudolenta utilizzata era collaudata e consolidata: le parti, infatti, dopo aver redatto un compromesso con i valori reali, provvedevano al successivo “rogito” e perfezionamento della vendita con l’indicazione di valori nettamente inferiori, distruggendo poi integralmente o parzialmente il compromesso precedentemente compilato. I verificatori della Guardia di Finanza hanno così minuziosamente ricostruito quasi duecento transazioni immobiliari, arrivando a determinare i reali valori di vendita di case, appartamenti e negozi attraverso la comparazione di valori ed elementi oggettivi desunti da altri tipi di atti e contratti, nonché dai dati acquisiti presso l’Osservatorio del Mercato Immobiliare. Il complesso di queste ed altre attività, corroborate dai controlli effettuati nei confronti di tutti gli acquirenti – privati e imprenditori - molti dei quali hanno dichiarato e dimostrato di aver pagato somme nettamente superiori a quelle riportate nei rogiti notarili, hanno permesso di constatare che le tre società hanno nascosto al fisco redditi per complessivi 4 milioni di Euro. Le verifiche hanno permesso altresì di scoprire un’evasione all’IRAP per circa 3,5 milioni di Euro e all’imposta sul valore aggiunto per circa 600.000 Euro. I rappresentanti legali delle società verificate sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria per violazioni fiscali costituenti reato. Condividi