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Le dichiarazioni di apertura all' Udc dell'assessore all'urbanistica Boccali sono “premature e inopportune” perchè sottintendono una “logica da ragionieri più che politica”. Maria Rita Manfroni, capogruppo del Prc in consiglio comunale, come al solito ha le idee chiare:” I risultati attesi possono portare a grandi delusioni se si penserà solo alla propria sopravvivenza anziché a rappresentare la città”. Questo lo spirito con cui la Manfroni invita ad affrontare il tema delle alleanze. Ecco perchè il capogruppo si rifiuta di sciogliere da subito il dilemma del “con o senza Pd”. “Occorre iniziare a partecipare un programma per questa città. Sul programma si verificheranno le alleanze. Altrimenti qualunque accordo farebbe pensare a decisioni pregiudiziali, da ceto politico”. Insomma, Rifondazione e tutta la sinistra devono tenersi lontani da calcoli squisitamente elettorali. Così come, del resto, il Pd,che, secondo Maria Rita Manfroni, non avrebbe fatto una bella figura quando l'Udc ha risposto picche alle sue profferte: “Una situazione che, se non ci fosse da piangere, sarebbe da ridere. E che comunque non depone a favore di un buono stato di salute della coalizione”. Il capogruppo pare comunque augurarsi che l'alleanza sia ancora possibile, malgrado più di un biennio di contrapposizioni. “Esternalizzazioni dei servizi pubblici, grandi lottizzazioni, disattenzione alla partecipazione”:ecco i fronti di contrasto del passato e su cui è a rischio la convergenza. “Mi auguro che l'accordo si trovi, ma se non c'è, pazienza. Noi non rinunceremo più a distinguerci. Questo è l'errore per cui abbiamo subioto una sconfitta elettorale di proporzioni che mai avremo immaginato”. Il Pd, quindi, può attendere. Prioritario è “recuperare il rapporto con i movimenti e più in generale con la società, rompere con una prassi politica che ci ha fatto percepire come omologati al ceto politico”. Abbiamo occupato più le televisioni che i luoghi di aggregazione e di lavoro;abbiamo riempito i muri di manifesti...non siamo stati capaci di presentarci come forza politica utile ai processi di trasformazione di questa società”. Non c'è quindi smania di matrimoni impossibili: “O abbiamo la forza di far percepire con chiarezza la presenza di una sinistra al governo della città, o è meglio non far finta di stare al governo. Diremo addio alla coalizione se per noi significherà fare scelte contrarie ai valori della sinistra”. Che chissà, tra l'altro, se resterà unita. “In rifondazione sono del gruppo che preme per l'unità. Sbagliano infatti quei compagni che leggono l'esito elettorale come bocciatura del percorso unitario. Tutto l'opposto:abbiamo perso anche perchè questo percorso non è davvero iniziato, in quanto si è creato solo un cartellone elettorale da ceto politico. Non bisogna dimenticare le persone che abbiamo portato in piazza a Roma lo scorso 20 ottobre. Gente che si è sentita tradita perchè non abbiamo saputo costruire l'unità della sinistra”. Un processo,questo,rispetto a cui Rifondazione, “la forza più organizzata” tra quelle del (vecchio?) Arcobaleno, sente di avere la responsabilità principale: “Ridare un senso alla sinistra nel XXI secolo. C'è questo da fare”. Condividi