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TERNI - Il primo maggio ''e' un giorno nel quale si deve continuare a gridare contro l'intollerabile scandalo degli incidenti sul lavoro'': a sottolinearlo e' monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni Narni Amelia e presidente della Commissione problemi sociali e del lavoro, giustizia e pace della Conferenza episcopale umbra, in una dichiarazione in occasione della festa del lavoro. Il presule ha espresso ''solidarieta' e vicinanza a tutti i lavoratori e a coloro che sono ancora alla ricerca di un'occupazione dignitosa e degna della vocazione dell'uomo a lavorare per il bene comune''. Ha quindi sostenuto che e' ''doveroso'' continuare a celebrare la ricorrenza evitando pero' di farne ''una sterile ripetizione''. ''Ogni anno, in Italia, ci sono piu' di un milione di incidenti - ha sostenuto mons. Paglia - di cui non pochi gravissimi, e piu' di mille morti. E' una catena infernale che deve essere spezzata. Un cosi' alto numero di vittime non puo' essere casuale. Ed e' bene che oggi siano da tutti ricordate. Per noi cristiani il primo maggio e' anche preghiera per tutti coloro che sono stati colpiti sul luogo di lavoro e per le loro famiglie. Sento pero' urgente una nuova cultura del lavoro che ponga l'uomo al vertice delle preoccupazioni. Non e' l'uomo al servizio del lavoro e ancor meno del guadagno, del profitto, della sicurezza. Deve accadere esattamente il contrario. Dobbiamo rovesciare la piramide: tutto deve essere al servizio dell'uomo, della sua dignita' e della sua famiglia. Solo da questa nuova prospettiva - ha aggiunto il vescovo - puo' nascere una efficace cultura della sicurezza''. Condividi