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ROMA - Per la Cassazione è “evidente ed indiscutibile” la partecipazione di Rudy Guede all'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher avvenuto a Perugia la sera dello scorso primo novembre. A questa conclusione sono arrivati i supremi giudici nella sentenza 17261 - depositata oggi - nella quale spiegano perché, lo scorso primo aprile, hanno confermato la custodia in carcere per il giovane ivoriano indagato per violenza sessuale e omicidio volontario aggravato insieme alla studentessa americana Amanda Knox e allo studente pugliese Raffaele Sollecito. Ad avviso degli “ermellini”, per ammissione dello stesso Guede risulta che il ragazzo era presente nell'appartamento di Meredith e Amanda “prima, durante e dopo l'omicidio”. Con la vittima, l'ivoriano - aggiunge la Cassazione - si era intrattenuto anche “con rapporti sessuali incompleti” per i quali non è stato possibile stabilire se ci sia stato consenso o meno. In questo momento delle indagini - annotano i giudici di piazza Cavour - non è necessario che sia già stabilito se Guede abbia partecipato al delitto “come autore o coautore materiale, mandante o istigatore”; quel che conta - per rendere legittima la prosecuzione della sua carcerazione cautelare - è che lui abbia preso parte “coscientemente e volontariamente all'azione omicidiaria”. Inoltre, la circostanza che l'ivoriano abbia reso “dichiarazioni indiscutibilmente false” nelle quali raccontava che uno sconosciuto sarebbe entrato nell'abitazione di Meredith e Amanda, mentre lui era in bagno, uccidendo la giovane inglese - aumentano “la gravita' degli indizi a suo carico”. Fornire un falso alibi - conclude la Suprema Corte - è un altro “indiscutibile indizio di colpevolezza”. Condividi