giordano.jpg
L'ultimo barlume di unità è legato ai ballottaggi e soprattutto all'impegno per non consegnare Roma alla destra. Per il resto, i rapporti tra l'ex e la nuova maggioranza di Rifondazione comunista sono di puro conflito, con accuse reciproche di impedire il confronto democratico o voler chiudere il congressso prima ancora che cominci. giordano280x200.jpgIn queste ore si sta discutendo se procedere per mozioni o per tesi. Ma anche sulla data del congresso c'è chi non dà per scontato che si manterrà l'appuntamento per la metà di luglio. Entrambi i punti sono tutt'altro che puramente tecnici e rientrano invece nella lotta in corso. La settimana che si apre è decisiva per le sorti del partito. Domani si riunisce il comitato di gestione, l'organismo che ha preso il posto della dimissionata segreteria e che si sta però rilevando l'epicentro delle tensioni tra l'ex maggioranza di Franco Giordano, favorevole alla costituente della sinistra, e la componente costruita attorno all'asse tra il ministro uscente Paolo Ferrero e il leader della minoranza "Essere comunisti" Claudio Grassi, decisi a rilanciare il ruolo autonomo del Prc. A fare da detonatore è stata, alla prima riunione, la proposta di dotare l'organismo di un portavoce (nella persona di Maurizio Acerbo), passata a maggioranza con i voti dei ferreriani (sono sei, nel comitato) e con il no dei bertinottiani (sono in cinque): "E' una forzatura", hanno scritto in una nota accusando Ferrero di volerdare al comitato di gestione i connotati di una vera e propria segreteria. "Polemica paradossale", è stata la risposta del ferreriano Alfio Nicotra, che ha attaccato "la pretesa che l'immagine del partito sia gestita da figure esterne all'organo deciso democratiamente". ma questo è stato solo l'assaggio Le "figure esterne" prese di mira dalla nuova maggioranza sono anche il direttore di "Liberazione" Piero Sansonetti e l'ufficio stampa di Prc, gli ex "manifesto" Andrea Colombo e Cosimo Rossi. E se Sansonetti può per ora stare tranquillo, visto che a nominare il direttore della testata del Prc è la Direzione del partito (dove i bertinottiani sono ancora maggioranza) lo stesso non si può dire per gli altri due giornalisti, soprattutto dopo che si sono rifiutati di mandare alle redazioni giornalistiche una lettera contenente la raccomandazione ad avere contatti solo con il portavoce del comitato di gestione. Domani l'organismo tornerà a riuniursi e riprenderà in mano la questione. Ma discuterà anche un altro argomento. Ferrero e Grassi spingono infatti per svolgere un congresso a tesi. "Per salvaguardare l'unità del partito", spiegano. Ma Giordano e gli altri sospettano che si tratti soltanto di una mossa per otenere alla fine l'elezione a segretario di Ferrero. Cosa che non avverrebbe, sostengono i bertinottiani, se si andasse ad un congresso per mozioni, e non solo perché allora scenderebbe in campo Nichi Vendola: Ferrero all'ultimo congresso Prc aveva sostenuto le posizioni di Bertinotti e, viene spiegato, non può che presentare una mozione che contenga un riferimento alla nonviolenza. Il che però impedirebbe di incassare i voti di Grassi. Se l'operazione non dovesse riuscire e si andasse a un congresso per mozioni, i ferreriani potrebbero allora proporre uno slittamento dell'assise a dopo l'estate. Il tempo a disposizione per discutere e scrivere documenti è poco, hanno già iniziato a far notare. Ma anche in questo caso i bertinottiani sospettano che Ferrero e gli altri vogliano soltanto avere più tempo a disposizione per riuscire a controllare attraverso il comitato di gestione tutti i punti nevralgici del partito. Quale che sia la decisione che verà assunta alla riunione di domani, a decidere sarà il comitato politico nazionale convocato per sabato e domenica. In confronto al quale, già prevedono nel Prc a prescindere dallo schieramento, quelo dello scorso fine settimana era soltanto un tè tra amici. (Simone Collini) Condividi