napolitano.jpg
Basta con i facili revisionismi sulla Resistenza e sul 25 aprile: quella fu una "straordinaria prova di riscatto civile e patriottico". Giorgio Napolitano avverte: "E' possibile e necessario raccontare la Resistenza, coltivarne la Storia, senza sottacere nulla, smitizzare quel che c'e' da smitizzare, ma tenendo fermo un limite invalicabile rispetto a qualsiasi forma di denigrazione o svalutazione di quel moto di riscossa e riscatto nazionale cui dobbiamo la riconquista - anche per nostra forza - dell'indipendenza, della dignita' e della liberta' della Nazione italiana". Ci sono punti oltre i quali non sui puo' andare, anhe per rispetto di quella che e' la storia nazionale che nessuno puo' riscrivere. Napolitano lo dice in quella Genova che 63 anni fa fu l'unica grande citta' d'Europa in cui le forze naziste e fasciste si arresero non agli anglo-americani, ma ai partigiani cattolici e di sinistra. Come del resto sono di sinistra quasi tutte le migliaia dipersone che lo hanno appena accolto all'ingresso del Palazzo Ducale: bandiere rosse di Cgil, Pdci, Rifondazione e semplicemente d'epoca. Lui risponde al saluto alzando le mani, in un gesto inusuale per lui. Una volta giunto in sale, aggiunge che dalla Resistenza nacque la Costituzione. E su di essa "contano non solo i principi, i diritti ed i doveri, ma le istituzioni. Queste sono certamente perfettibili e riformabili rispetto al disegno che ne fu definito, ma esse costituiscono nell'essenziale pilastri insostituibili dello Stat odi diritto e della democrazia repubblicana". La magistratura deve restare indipendente, il parlamento il luogo della sovranita' popolare. Bisogna mantenere gli istituti di garanzia costituzionale. Condividi