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Al ministero della solidarietà sociale si preparano gli scatoloni per il trasloco. Iò ministro Paolo Ferrero è adesso concentrato sul confronto dentro Rifondazione Comunista. Nell'ultimo comitato politico nazionale ha ottenuto la maggioranza su un documento votato anche dall'area Essere comunisti di Claudio grassi, ribaltando la maggioranza bertinottiana. -Non era più urgente ragionare sulla portata della sconfitta elettorale piuttosto che lanciare uno scontro tra gruppi dirigenti? La sconfitta è stata enorme e nessuno se l'aspettava. Io me ne ritengo responsabile quanto gli altri compagni del gruppo dirigente. Ma subito è apparso il rischio di una dissoluzione completa di quello che rimaneva della sinistra politica. Nell'ultima parte della campagna elettorale era stato avanzato esplicitamente l'elemento dello scioglimento del Prc e della costruzione di un partito unico della sinistra. Lo ha detto Bertinotti e non solo lui. La cosa è proseguita, nei giorni immediatamente successivi abbiamo fatto una riunione di segreteria dove Giordano ha proposto di accelerare quel processo di superamento del partito. E subito dopo la sconfitta le ipotesi emerse nel gruppo dirigente dell'Arcobaleno sono state le più varie, da chi ha detto entriamo nel Pd a chi ha detto unità dei socialisti, da chi ha detto costituente di sinistra a chi ha lanciato la costituente comunista. In quella situazione ho pensato che rischiavamo una dissoluzione.Le due ipotesi più forti , costituende della sinistra e costituente comunista,potevano realizzarsi entrambe:una riaggregazione per linee ideologiche, comunisti o non comunisti, che avrebbe determinato la spaccatura secca della sinistra. - Con la tua iniziativa però hai cominciato a spaccare Rifondazione. In quel contesto mi è sembrato necessario, anche se molto doloroso, fissare dei punti fermi. Nel Cpn abbiamo affermato tre cose. Che Rifondazione c'è per l'oggi e per il domani. Che è necessaria ma non sufficiente, quindi il processo di unità a sinistra deve andare avanti. E che abbiamo perso nel rapporto tra costruzione politica della sinistra e sua utilità sociale, dunque si deve ripartire dall'opposizione sociale a Berlusconi. Il documento che abbiamo approvato non è una elaborazione strategica, un documento congressuale. Vale per le prossime settimane.Per ripartire dopo la bomba atomica. L'Arcobaleno è fallito perchè veniva dall'alto, politicista e non democratico. -Con pari dignità, una testa un voto? Quella è una ipotesi, ce ne sono altre. Si può pesare al 50% la partecipazione dei partiti e dei singoli. L'importante è che si parta dal basso. Serve un percorso lungo, sperimentare una formula in cui anche se su qualcosa non si è d'accordo non c'è alcun potere di veto. Come ci presenteremo alle europee? Discuterne ora significherebbe partire sconfitti. Vedremo. - Ma perchè tutto quello che sta fuori dai partiti e fin qui non si è visto, proprio adesso dovrebbe accorrere? Non si sono visti perchè si è sempre partiti dall'alto, con il risultato di incontrare solo le rappresentanze e no i soggetti in carne ed ossa. Il processo va rovesciato.Se nei prossimi sei mesi riuscissimo a costruire case della sinistra in tutti i quartieri piuttosto che a Via Veneto a Roma, luoghi dove quando c'è uno sfratto quelli della sinistra organizzano un picchetto,quando c'è un licenziamento si prova a costruire una vertenza, se lo facessimo davvero tra sei mesi l'idea della sinistra in questo paese sarebbe diversa da quella di un ceto politico che va a chiedere voti per andare in parlamento. - Intanto avete ipotecato i prossimi tre mesio per una discussione interna, col rischio, visto il risultato elettorale, che quando andrete a fare i congressi troverete le sezioni vuote. La democrazioa non è un lusso e poi non sono io che ho proposto il congresso a luglio.E certo non deve essere separato dall'iniziativa politica e dalla discussione con tutti gli altri compagni della sinistra.Il partito non si ferma. - Insistiamo: il risultato immediato è una lacerazione e il rischio di una nuova scissione. E' possibile, sarebbe terribile.Ma ora nessuno mette più in discussione l'esistenza del Prc.E io ne sono contento.A partire da questo io sono per fare un congresso unitario al massimo.La paura dei compagni sul fatto che il gruppo dirigente si spacchi è legittima ma ora tentiamo il massimo di pratica unitaria. Propongo un congresso a tesi, non con cinque documenti contrapposti.Mettiamoci dentro la cultura politica di questo partito che non intendo assolutamente buttare a mare e punti di differenziazione dove è necessario. Evitiamo di trasformare il congresso in un referendum. - Stai dicendo che hai già vinto o almeno ottenuto quello che ti stava più a cuore? Abbiamo fissato un punto fermo, ma resta da fare una critica profonda alle conclusioni del congresso di Venezia:abbiamo completamente sbagliato l'analisi.Abbiamo pensato che le forze che ora stanno nel Pd fossero permeabili alla critica del neoliberismo.Non era vero, io l'ho verificato stando al governo. Dire questo per me vuol dire anche che in questa fase per la sinistra c'è solo l'opposizione.O si modificano di molto i rapporti di forza oppure l'idea che si fa un pò di opposizione e poi si torna a fare l'accordo col Pd è da pazzi. -Ma se è così perchè non siete usciti un anno fa dal governo e avete aspettato che fosse Mastella a farlo cadere, prendendovene per altro la responsabilità? -Forse abbiamo fatto durare Prodi troppo a lungo.Abbiamo tentato di contrattare sempre sperando che il sindacato facesse il suo mestiere. sul pacchetto welfare le abbiamo provate tutte.Troppe? E' possibile. -Non proprio,Giordano ha ricordato che lui era per ririrare la delegazione dei ministri e fosti proprio tu ad opporti. E' una falsità.Mi dispiace ma Giordano non me l'ha mai proposto.Ricordo che nella discussione qualche compagno disse rirtiriamo la delegazione al governo. Ma nei discorsi con Giordano e con Bertinotti sempre si è detto o si resta o si fa la crisi, restare nella maggioranza senza postazioni di visibilità sarebbe stato sancire un'impotenza. -Non avresti potuto essere tu, dal governo, a proporre una rottura , ad esmpio sul decreto sicurezza che invece hai votato e per due volte in consiglio dei ministri? In realtà a me è capitato di votare no in consiglio dei ministri anche in assenza di mobilitazione del partito, per esempio sui fondi pensione.Sulla sicurezza mi sono trovato a dover decidere in solitudine e velocemente. Ho pensato che il rischio maggiore era quello di favorire un'alleanza tra Veltroni e Fini, allora si che avremmo avuto un decreto anche peggiore.Ho tenuta aperta una porta,evitato di mandare il partito nel tritacarne e alla fine quel decreto non sono riusciti ad approvarlo. Dal punto di vista dell'efficacia bisognerebbe fare un monumento al genio tattico del compagno Ferrero.Dire che ho obbligato il partito a votare a favore del decreto sicurezza è uno dei tanti veleni che circolano in questi giorni. -E' un veleno anche che vuol togliere Sansonetti dalla direzione di Liberazione? Si, non so cosa farci.Se non smentire ogni volta:non chiedo la testa di Sansonetti.Come non mi sono mai proposto in questo frangente per fare il segretario.Il segretario lo decide il partito dopo il congresso. - E' una risposta a Giordano che ha parlato del ritorno della cultura del sospetto? Sono esterrefatto.Lamia stima per Bertinotti è totale perchè lui la battaglia politica la fa pulita.Nuovo partito della sinistra l'ha detto in tv.E' il gruppo dirigente del partito che ha negato l'evidenza.Mi fa imbestialire, chi rivendica la nonviolenza non dovrebbe ridicolizzare l'altro.non è una campagna pubblicitaria, se no siamo tutti come Veltroni e Berlusconi. - Congresso a tesi significa che su alcune questioni ti prepari ad essere di nuovo d'accordo con i bertinottiani e non con Grassi? E' assolutamente possibile e la cosa non mi preoccupa e credo non preoccupi nemmeno Grassi. Ci siamo trovati d'accordo sul fatto che bisognava dire esplicitamente no allo scioglimento. E no al fatto che il comunismo sarà una tendenza culturale.Lo rivendico e lo rifarei cento volte.Nel congresso a tesi non ci sono matrimoni, magari su altre questioni sarò più d'accordo con bertinotti che con Grassi. - Questo presuppone che si trovi un'intesa preventiva sul nome del segretario. Partire dall'individuazione del segretario è un modo di procedere incompatibile con la sinistra.Non si possono proporre contenuti di sinistra con il plebisciratismo. Condividi