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L’Umbria scommette su una odontoiatria di qualità ed a prezzi ridotti per tutti i cittadini, concorrenziale con i privati, senza pesare sui costi del Servizio sanitario nazionale, e con una particolare attenzione per le fasce più deboli della popolazione. A Palazzo Cesaroni è diventata legge, con 15 voti a favore e 8 astenuti (i gruppi di opposizione), la proposta presentata dai consiglieri di Rifondazione comunista, integrata in terza Commissione ed emendata in aula da un voto unanime che, su indicazione del relatore di minoranza Enrico Melasecche, impegna la Giunta a considerare prioritarie, nella fase di avvio della legge, le “fasce più deboli della popolazione”. A favore dell’emendamento si è espresso lo stesso Stefano Vinti, relatore di maggioranza che ha ritenuto accettabile l’integrazione in quanto stabilisce prioritaria, nella fase di avvio della legge, la popolazione meno abbiente. Presentando la normativa il cui primo articolo è stato votato alla unanimità e che prevede una duplice offerta di servizi, quella dei nuovi gabinetti dentistici da organizzare nei distretti di ogni Azienda sanitaria con medici del servizio pubblico, e quella di professionisti privati che vorranno convenzionarsi con la Regione rispettando parametri e tariffari prestabiliti per ogni prestazione, il relatore di maggioranza Stefano Vinti, firmatario della proposta insieme al collega Pavilio Lupini ne ha spiegato le motivazioni. Ha ricordato che tranne una breve esperienza positiva ai tempi dell’Inam, il Servizio sanitario nazionale non si è mai fatto realmente carico in Italia dei costi della assistenza odontoiatrica protesica ed ortesica, lasciando di fatto il settore in mano ai privati: i medici dentisti, che hanno finito per praticare nel tempo prezzi molto alti, fino ad attuare “forme di cartello, mantenendo tutti lo stesso prezzo o, più spesso, alzandolo tutti insieme”. Contro questa situazione che ha dato origine al fenomeno dell’abusivismo (spesso si va dagli odontotecnici perché meno cari dei medici dentisti) e, da qualche tempo, fonte di grandi difficoltà economiche delle famiglie (secondo una ricerca del Ceis dell’Università Torvergata di Roma, il 4,1 per cento si è indebitato per far fronte ad urgenti ed indispensabili cure mediche), nasce - ha spiegato Vinti - la proposta di legge destinata a calmierare in Umbria il settore. Dovranno essere realizzate nuove strutture pubbliche in ogni distretto delle Asl umbre, capaci di garantire qualità negli interventi, e un costo mediamente inferiore del 65 per cento, sulla base del “nomenclatore tariffario ufficiale” predisposto dal Ministero della salute. Accanto a questi nuovi servizi potranno operare anche professionisti privati che si impegnano, tramite convenzione ed accreditamento con la Regione, a fornire le stesse prestazioni ali stessi costi. La legge, sulla quale si sono avuti importanti consensi in sede di partecipazione, “ma anche la contrarietà di alcuni medici ricercatori che chiedevano alla Regione di farsi interamente carico dei costi per le fasce di reddito più basse lasciando tutti gli altri al libero mercato”, è stata modificata in Commissione in alcune parti importanti. Vinti le ha così elencate: il ruolo inizialmente non previsto dei professionisti privati; quello più vincolante della Regione nel definire gli standard organizzativi dei servizi; il Comitato di garanzia, non più di sola qualità ed a tutto vantaggio degli utenti; la relazione semestrale sulla applicazione della normativa e la conseguente clausola valutativa. Il finanziamento per avviare il servizio è di 300 mila euro da erogare in due annualità, ha concluso Vinti precisando che la legge, a regime, non graverà sul servizio sanitario. Tutti i costi saranno a carico esclusivo dell’utenza. Condividi