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di Nicola Bossi L'Umbria è sempre di meno una regione "rossa". Lo hanno rilevato, con l'analisi del voto elettorale di aprile, l'Agenzia Umbria Ricerche e la Facoltà di Economia dell'Ateneo perugino. Dal 2006 al 2008, il Popolo della Libertà+Lega ha recuperato 30mila voti di distacco: si è passati da 88mila voti agli attuali 58mila. Molti dei consensi per il centrodestra arrivano sorprendentemente proprio da sinistra: nel 2008 il 4,9 per cento degli elettori che votarono l'Ulivo (2006) sono passati direttamente a Berlusconi. Percentuali più alta invece quella migrata dai socialisti e altre liste minore al Pdl: 5,5 per cento. Anche La Destra del candidato premier Santanchè ha pescato a sinistra: il 5,2 per cento degli elettori di Prc-Pdci-Verdi sono passati dal pugno chiuso al saluto romano. Il tracollo de La Sinistra-Arcobaleno in Umbria è stato determinato sia dal voto utile (44,4 per cento dell'elettorato si è affidato al Pd) che dall'astensionismo (16,2 per cento); all'estrema sinistra concede soltanto l'8 per cento del proprio elettorato. Anche l'Udc penalizzata dall'astensionismo dei suoi elettori (11,4) e dal voto utile berlusconiano (il 22 per cento ha votato Pdl-Lega). Condividi