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Con una interrogazione i Consiglieri del Gruppo Provinciale del PRC – SE Luca Baldelli, Guido De Prisco e Fausto Cocciari chiedono chiarimenti alla Giunta provinciale sulla gestione del sistema idrico e sua ripubblicizzazione. In particolare i consiglieri domandano se non sia il caso che la Provincia intervenga con forza verso Parlamento, affinché questo riprenda l’iter di esame della Legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione della gestione dell’acqua, facendo sentire la propria autorevole voce, contro ulteriori ampliamenti delle quote di capitale privato nelle aziende partecipate del territorio che si occupano della gestione del ciclo delle acque. In ultima istanza il gruppo del PRC chiede, in tempi brevi, una riunione di commissione e un Consiglio provinciale aperto sulla tematica della gestione del ciclo delle acque e sullo stato effettivo di salute delle risorse idriche del nostro territorio. “Il processo di privatizzazione della gestione della risorsa acqua, – affermano i consiglieri – cominciato con la promulgazione della Legge Galli n. 36 del 5 gennaio 1994, ha mostrato in tutto il Paese le sue crepe, originando situazioni di forte rincaro delle tariffe non accompagnate da uno sviluppo e da un miglioramento tangibile del livello dei servizi, degli impianti e delle infrastrutture. Anche nella nostra realtà, coerentemente con il dettato della suddetta Legge, nonché con quello della Legge regionale n. 43, si è proceduto alla formazione di Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), responsabili della gestione del servizio idrico per quanto attiene la titolarità, e in seguito si è scelta la via della creazione di aziende miste pubblico – private, deputate alla gestione dal punto di vista imprenditoriale del servizio medesimo (vedi Umbra Acque). E’ bene sottolineare che, per iniziativa del Parlamento, nella primavera del 2007, è stato modificato il disegno di legge sui servizi pubblici locali predisposto dal ministro Linda Lanzillotta, che prevedeva l’obbligo di gara per la gestione di suddetti servizi (compresi gli acquedotti ). Nell’autunno scorso, - continua il gruppo del PRC - la massima assise nazionale ha rafforzato tale indirizzo, inserendo nel decreto fiscale allegato alla Legge Finanziaria, un emendamento che ha bloccato tutti i nuovi affidamenti di gestione della rete idrica, mettendo in regime di moratoria tutte le aziende con interessi in questo settore, e segnatamente quelle miste e quelle a capitale interamente privato. Nel nostro Paese, più di 400.000 cittadini hanno firmato la Legge di iniziativa popolare che chiede, tra le altre cose, il ritorno ad una gestione interamente pubblica del bene comune acqua. La crisi di governo ha determinato una battuta d’arresto nell’iter parlamentare di discussione della suddetta Legge di iniziativa popolare. Il Consiglio d’Amministrazione dell’ATO n. 1 e il Consiglio dei Sindaci dei 38 Comuni del medesimo ATO, con una decisione che non tiene conto in alcun modo degli orientamenti maturati a livello nazionale, ha recentemente approvato (con il solo voto contrario del Sindaco di Gubbio Orfeo Goracci) il bando per l’ampliamento della quota di capitale privato all’interno di “ Umbra Acque S.p.A.” (al 76 % pubblica). Alla luce dell’esperienza maturata in tutta Italia, che un aumento dell’incidenza del privato nella gestione del servizio idrico integrato significa aggravio di tariffe, riduzione di servizi e penalizzazione dei ceti più deboli, nonché intromissione ulteriore delle multinazionali nella vita economica della nazione, con un grave vulnus inferto alla sua indipendenza, sovranità e potestà programmatoria. È bene ricordare che le tariffe applicate da Umbra Acque S.p.A. sono già oggi onerose per numerose fasce di utenti, sia per quanto riguarda l’aspetto dei consumi sia per quanto concerne il capitolo degli allacci alla rete idrica e delle manutenzioni. La Provincia – concludono i consiglieri - pur non presente all’interno del Consiglio di Amministrazione dell’ATO numero 1, non può esimersi dal far sentire, come Ente sovraordinato, la sua voce rispetto ad una questione che tocca da vicino la vita dell’intera collettività, nazionale e locale”. Condividi