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di Maria Pia Damiani* Non so se chi ha votato Sinistra Arcobaleno - come ho fatto io, mettendo in quel voto la mia ostinata (e perdurante) contrarietà alla scomparsa delle parole sinistra e socialismo dal vocabolario politico italiano - ha ancora diritto di parola. Poiché contano i fatti e i numeri, la mia ostinata (e perdurante) contrarietà è stata sconfitta: nel Parlamento italiano, caso unico e clamoroso in Europa, non esistono più le parole sinistra e socialismo. Non mi consola certo il fatto che questo sia dovuto in larga parte al ricatto del voto utile al PD e della fantomatica rimonta. Però non capisco come questo possa consolare certuni del PD, chi è felice perché un terzo degli italiani ha votato PD: a parte il fatto che un terzo o quasi degli italiani votava anche il PCI, che non ha mai vinto le elezioni politiche, ci vuole un fine politologo per vedere che quel 33% di voti ha prosciugato gli arcobaleno, ma nemmeno scalfito il centro? Ci vuole un fine politologo per vedere che, se il bacino di voti era comunque quello, allora un accordo preliminare con gli arcobaleno avrebbe almeno consentito di ottenere il premio di maggioranza al senato nelle regioni cosiddette in bilico (Lazio, Abruzzo, Sardegna, Liguria)? Non capisco come la catastrofe degli arcobaleno possa consolare il PD dopo una sconfitta così vistosa. In un altro paese europeo (e anche negli Stati Uniti) un leader che perde le elezioni di quasi dieci punti si dimette il giorno dopo: qui invece si continua a santificarlo, si racconta che questo è un ottimo punto di partenza, che la rimonta è stata comunque eccezionale (????), che la via è quella giusta basta continuare così, che immancabilmente la prossima volta… Insomma, da Berlusconi le abbiamo prese, ma ne abbiamo date tante a Bertinotti! Se l’obiettivo era questo, Veltroni ha stravinto. Se l’obiettivo era vincere le elezioni… *editorialista del blog di Francesco Mandarini Condividi