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Nel confermare la misura della custodia cautelare nei confronti della Knox, la Cassazione - con la sentenza 16410 - sottolinea la ''personalita' negativa'' della ragazza appena ventunenne, che si e' piu' volte ''contraddetta'' e che ha finora tenuto un ''comportamento processuale'' non buono. Per la giovane esiste - proseguono gli 'ermellini' - il pericolo di fuga che potrebbe essere agevolato dal momento che ''e' straniera'': a una fuga la giovane potrebbe pensare anche in considerazione della forte condanna che rischia. Tutti questi elementi hanno convinto i giudici di Piazza Cavour del ''concreto e attuale'' pericolo che l'americana, se fatta uscire dal carcere, possa scappare. Per quanto riguarda le prove, i supremi giudici ritengono che sia pienamente ''utilizzabile'' il memoriale scritto dalla ragazza e nella quale lei ''si autoaccusa''. Gli indizi, inoltre, provano la presenza della Knox, di Sollecito e di Guede sul luogo del delitto e della violenza nei confronti di Meredith. Venendo alla posizione di Sollecito, anche per lui la Cassazione ritiene ''non suscettibile di censura il grave quadro indiziario'' a suo carico. Ad avviso dei magistrati di Piazza Cavour e' ''ragionevole'' ritenere che anche per lui sussista il pericolo di fuga ''in relazione alla gravita' dell'addebito e alla pena elevata'' che rischia. Di Sollecito, poi, la Suprema Corte sottolinea la ''fragilita' caratteriale e le peculiarita' personologiche del soggetto che sarebbe riduttivo valutare come innocui stereotipi giovanili, in un contesto per di piu' connotato dal rimarcato uso abituale di droghe''. Insomma anche la consuetudine con gli stupefacenti aggrava il quadro che rende necessaria la misura cautelare per lo studente pugliese. Per quanto riguarda il coltello trovato a casa di Sollecito, la Cassazione lo ritiene un indizio contro di lui anche se mostra tracce del Dna di Amanda e Meredith e non sue. E' proprio la circostanza che l'utensile sia stato trovato a casa di Sollecito ad essere sospetta ''perche' non era in dotazione in casa di Meredith''. Per quanto poi attiene alle versioni fornite dal ragazzo, la Cassazione ricorda - con la sentenza 16409 - che lui stesso ha ammesso ''di aver inizialmente detto un sacco di cazzate''. In conclusione il 'no' alla scarcerazione e' motivato dalla Cassazione - con riferimento sia alla Knox che a Sollecito - con il pericolo di fuga, con la negativita' della loro personalita' incline all'uso di droga, con il pericolo di inquinamento probatorio dal momento che sono in corso altri accertamenti e che vengono sentiti altri testi. Condividi