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'Con la mia circolare ha solo inteso invitare a una maggiore responsabilita' personale i docenti, i quali dando tante insufficienze in fin dei conti bocciano se stessi, e gli alunni, che non intendevo certo assolvere per il loro disimpegno. Altro che invito al sei politico...'': cosi' Roberto Volpi, preside dell'istituto d'arte ''Bernardino di Betto'' di Perugia, ha commentato il testo inviato ai suoi docenti all'inizio di febbraio. Una circolare della quale si parla sulla Stampa di oggi. ''All'epoca degli scrutini del primo quadrimestre - ha spiegato oggi Volpi all'ANSA - ho fatto un'indagine su sei classi prese a campione rilevando che le insufficienze erano triplicate rispetto all'anno precedente, un dato che avrebbe portato al 70-90 per cento di bocciati alla fine delle lezioni. In alcune materie c'erano solo 2-3 sufficienti per classe e per questo ho inviato una nota riservata ai docenti''. ''Un insegnante che ha solo cosi' pochi alunni sopra alla sufficienza in cinque mesi di lavoro - ha aggiunto il preside - ha fallito e boccia se stesso. Avanzavo poi il sospetto che il lievitare delle insufficienze fosse legato all'introduzione dei corsi di recupero e ai fondi a essi legati. Anche perche' se fosse stato vero, e mi auguro di no, si tratta di una 'torta' misera, che basta nemmeno per il 20 per cento delle esigenze reali. Ho inviato i professori a forme meno onerose di intervento e i risultati hanno gia' cominciato a farsi vedere''. Nessuna reazione invece tra gli studenti nonostante - ha detto Volpi - la circolare ''fosse stata pubblicata all'inizio del mese sulle pagine locali del Messaggero che riportava anche il malcontento di alcuni docenti''. ''Il testo non era stato divulgato agli alunni - ha spiegato - per evitare che fosse usato come scusa. Ho alle spalle 23 anni di presidenza e nel 1970 gia' insegnavo: allora consideravo il sei politico una demenza - ha concluso Volpi - e a maggior ragione penso sia una bestemmia oggi''. Condividi