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di Daniele Cibruscola PERUGIA – Presentato oggi in conferenza stampa il Dossier Statistico sull’Immigrazione 2007, nato dalla collaborazione tra la Caritas e l’associazione Migrantes. Ad esporne i contenuti il dottore Luca Di Sciullo (del comitato di redazione dello stesso) che ne ha personalmente curato alcuni capitoli. “L’Italia – ha affermato – dopo la Germania è il secondo Paese Europeo col maggior numero di immigrati”, per questo si rende necessario studiare a fondo il “problema” a partire dai dati di cui è composto. 100.000 gli ingressi annui dovuti a ricongiungimenti familiari e 20.000 quelli per motivi “stanziali” (principalmente studio); mentre 124.000 sono gli “irregolari” intercettati nel solo 2006, di cui un centinaio gli effettivi rimpatri. Niente se paragonati alle quasi 600.000 domande pervenute nello stesso anno per l’accesso alle quote d’ingresso stabilite per legge. A fronte di numeri così, e dei 7.450.000 stranieri attualmente residenti nella penisola, pare evidente che si debba affrontare l'argomento migranti in modo sciolto da ideologismi e posizioni utopistiche. E’ il sottosegretario alla solidarietà sociale De Luca - anche lei presente all'incontro - ad affermarlo: non si può pensare di innalzare un muro lungo i confini Nazionali, e contemporaneamente pensare di espellere tutti quelli già presenti sul territorio. E non sarebbe neanche giusto farlo. Le cifre dell’immigrazione sono le cifre dell’indigenza, della precarietà, di vite umane alla deriva, tra un Paese che hanno perso e uno che (spesso) non troveranno neppure. In questo scenario è perfino ingiusto parlare di immigrati “utili”, ma non va dimenticato che “se tutti gli immigrati impiegati in Italia scioperassero nello stesso giorno - asserisce perentorio Di Sciulllo - il nostro sistema economico collasserebbe”. E non è populismo, è puro calcolo statistico. Stesso dicasi per il ricambio generazionale: “Ogni donna fertile – prosegue il ricercatore – dovrebbe procreare 2,1 figli (c.d. tasso di sostituzione), per non perdere (demograficamente parlando) per strada nessuno durante il passaggio tra una generazione e l’altra”. Peccato che in realtà la media nazionale non superi la soglia di 1,2; fortuna vuole, invece, che le donne straniere si attestino attorno al 2,4 (con picchi di ben 4 figli a testa per le donne marocchine). Gli ultimi dati forniti dal proffessore all’incontro? Sono quelli che dipingono il rifiuto del diverso, frutto di ignoranza e perdita di memoria storica. “Chi – come emerge dal dossier – dice di non voler avere rapporti con gli immigrati, nella maggior parte dei casi non ne ha mai avuti; mentre chi ha allacciato rapporti con questi, in genere non si dice affatto “spaventato” né da loro né dalle loro culture”. E ancora: ”Gli oriundi Italiani residenti in altri Paesi (figli di emigrati o comunque con genitori Italiani), sono quasi 60.000.000; gli Italiani all’estero più di 300.000. C’è un’altra Italia – conclude Di Sciullo – fuori dai confini Nazionali, sarebbe bene che ce ne ricordassimo un po’ più spesso”. Condividi