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PERUGIA – Rifiuti altamente inquinanti non stoccati e smaltiti correttamente da una delle aziende suinicole perugine tra le più importanti in Umbria. E' questa l'accusa che il Pm ha formulato dopo l'apertura dell'inchiesta da parte del reparto ambientale dei carabinieri. Nel 2007, dopo un normalissimo controllo definito dai militari di routine, in un'azienda di Sant'Enea era stata rinvenuta, a pochi metri da alcune stalle dove viene fatto partorire il bestiame, una pozza sul terreno dove erano stati immessi una decina di carcasse tra feti e maialini morti. In più i militari aveva riscontrato anche una discreta quantita di ossi e di bisturi mono-uso utlizzati nella fase del parte degli animali. Tutti elementi altamente inquinanti per il suolo ma pericolosi anche per la salute pubbliche. Le carcasse se non ben trattate possono essere portatrici di malattie anche per l'uomo. Secondo la legge l'allevamento doveva tenere feti e carcasse all'interno di una particolare cellula frigorifera e poi il compito dello smaltimento sarebbe spettato da una azienda specializzata nel settore. Ma così non è stato fatto. Inoltre i carabinieri hanno rinvenuto sempre all'interno dei terreni dell'allevamento anche dei farmaci per gli animali gettati in una altra discarica abusiva. Anche questi considerati dalla legge prodotti altamente inquinanti per il suolo tanto che possono incidere, nel tempo sulle falde acquifere sotterranee. Condividi