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Nonostante i tentativi di cancellare da questa campagna elettorale la sinistra, noi vogliamo costruirne una aperta a tutti. È il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, candidato premier della Sinistra Arcobaleno, che chiude a Roma la campagna elettorale per la Sinistra Arcobaleno. Il presidente della Camera chiude la campagna elettorale a Roma, con una manifestazione a piazza Navona. Non un tradizionale comizio, ma uno spettacolo. Sul palco ad intervistarlo il comico Dario Vergassola, che inizia subito con una battuta sulla “Sinistra al kashmir”: «Vi presento quest’uomo, devo fare delle domande a Bertinotti che è una persona molto seria ed elegantissima...». Bertinotti, però, capisce il riferimento e sorridendo risponde con un insulto canzonatorio. Vergassola ha subito la risposta pronta: «A Vespa non l’avresti mai detto...». «Beh - sorride Bertinotti - te la sei proprio cercata». Poi si entra nel vivo della discussione. Primo punto chiaro: l’appoggio al governo Prodi è stato completo fino all'ultimo. «La sinistra semmai è stata fin troppo responsabile ed ha provato a cambiare il governo e il Paese anche dal governo», afferma il leader della Sinistra Arcobaleno. Bertinotti si dice convinto che i partiti della sinistra hanno «semmai ingoiati troppi bocconi amari». «All'inizio della campagna elettorale sono stato criticato perché non attaccavo il Pd. Noi non l'abbiamo criticato perché è voluto andare da solo, ma abbiamo spostato il confronto sul terreno politico e cioè su chi possa dare una risposta strategica alle destre e per noi non è il Pd. La sinistra invece può rianimare il popolo a riprendere un cammino». Il voto utile «è una droga pesante immessa nella campagna elettorale con cui si pensa di distorcene l'andamento mistificando la realtà », ha detto Bertinotti. «La competizione - aggiunge Bertinotti - è in una Repubblica parlamentare, in cui tutte le forze politiche che superano le soglie previste entrano a pieno titolo in Parlamento». Per Bertinotti «il duopolio non è né innocente né neutro. La presenza e il successo della Sinistra l'Arcobaleno è la condizione preliminare per impedire l'accordo» tra il Pd e il Pdl. Poi l’appello agli indecisi. «Mi rivolgo agli indecisi che hanno il cuore la sinistra e che sono indecisi per delusione rispetto alla recente esperienza di governo. A loro dico: guardate che la stessa delusione vive in noi, ma bisogna ricominciare e trarre una lezione da questa delusione», dice il leader della Sinistra. Sul risultato di domenica, Bertinotti si fa poche illusioni. A suo avviso, non ci sarà straordinarie sorpresa. Ma l’incertezza rimane. E se è facile prevedere il vincitore della campagna elettorale, «i rapporti» di forza tra i partiti «sono imprevedibili: il quanto, le distanze». Una difficoltà di pronostico che deriva dal fatto che «questa campagna è così diversa: tutti hanno difficoltà a fare previsioni», anche i sondaggisti. «Aspettiamo un'ora e poi chiediamo quale nome della lista del Pd viene in mente: Boccuzzi o Calearo. Come mai si ricorda sempre il nome più importante e non quello della gente comune che una politica di sinistra deve rappresentare - dice Bertinotti -. Non si può mettere in una lista il lupo con l'agnello». «Rispetto tutte le posizioni alla nostra sinistra anche perché credo nel detto francese “pas nemis a gauche” (non ci sono nemici a sinistra)», ha detto il candidato premier della Sinistra arcobaleno, replicando a Dario Vergassola che gli chiedeva della posizione di Ferrando, candidato premier del Partito comunista dei lavoratori dopo essere uscito dal Prc. Bertinotti sottolinea che è una posizione «legittima ma totalmente sbagliata e perdente»: perché la sinistra «non può ridursi ad una riserva nella quale si dice solo quello che i nostri avversari vogliono che diciamo», e perché «in quel caso non abbiamo salvezza». «Noi - conclude Bertinotti - vogliamo essere una grande sinistra in grado di incidere nel paese». Condividi