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di Luca Spaccini La Corte di giustizia europea condanna la gestione dei rifiuti. Nel mirino della Commissione che si era rivolta alla Corte, i decreti attuativi della direttiva europea sulle discariche, 1999/31, varati nel 2003 e nel 2005. Il caso, che non ha comunque legami con il problema dei rifiuti in Campania, risale a qualche anno fa, quando, il 3 luglio 2006 la Commissione ha deciso di deferire Roma davanti ai giudici Ue, nel contesto di una procedura d'infrazione. Bruxelles in quell'occasione ha contestato ''la mancata conformità'' delle norme italiane in materia (del 2003) con la direttiva Ue del 1999, criticando in particolare la trasposizione ''tardiva'' della normativa comunitaria, a causa della quale discariche che avrebbero dovuto essere assoggettate al regime previsto per i siti nuovi, sono invece assoggettate al regime per quelle preesistenti. ''La denuncia della Commissione - si legge nel comunicato di allora - riguarda il fatto che, mentre la direttiva definisce le discariche esistenti come quelle in attività il 16 luglio 2001 o prima di questa data, la legislazione italiana sposta questo termine al 27 marzo 2003. Ciò significa che le discariche autorizzate tra queste due date non sono state obbligate a rispettare le norme più rigorose previste dalla direttiva per le discariche nuove, come avrebbe dovuto essere. Al contrario, queste avranno tempo fino al luglio 2009 per soddisfare le disposizioni applicabili alle discariche esistenti''. Un trattamento, questo che assimila le discariche nuove a quelle esistenti e ''costituisce una violazione della direttiva Ue'', ha concluso Bruxelles in quell'occasione. L'Italia però si era difesa e, in risposta al parere motivato Ue (anticamera del deferimento a Corte) inviato alla fine del 2005, ha attribuito il ritardo nel recepimento della direttiva alla stessa Commissione Ue. Argomentazione che Bruxelles ha respinto, portando il paese davanti ai giudici di Lussemburgo, che oggi hanno condannato l'Italia alle spese. La direttiva di Bruxelles disciplina la messa in discarica dei rifiuti e specifica le diverse categorie di rifiuti, urbani, pericolosi, non pericolosi e inerti, e si applica a tutte le discariche, con l'obiettivo di tutelare la salute umana e l'ambiente, attraverso disposizioni finalizzate a ridurre al minimo i rischi e gli inconvenienti per l'ambiente prodotti dalle discariche: dai cattivi odori all'inquinamento delle acque e del suolo, fino alle emissioni di metano, per citarne alcuni. Condividi