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Di fronte ai fatti di Torino della TyssenKrupp sarebbe interessante conoscere il parere del candidato premier Walter Veltroni per capire come va applicata la categoria dell’equidistanza tra i lavoratori e la grande multinazionale tedesca. I comportamenti del gruppo tedesco denunciati dal sindacato sono la prova provata del fatto che non può esserci una parità di interessi tra chi vive del proprio salario ed in una condizione di dipendenza e chi, come la Tyssen, ha la forza di dettare le regole del gioco; viene smontata l’idea fondante del Partito Democratico che fa della costruzione di un soggetto politico senza radicamento nel mondo del lavoro, che non mette al centro della propria proposta programmatica il tema delle condizioni di lavoro di milioni di lavoratori e lavoratrici la sua ragione fondante. Siamo in presenza di una concezione sociale ottocentesca della società, all’idea che il lavoro è pura merce e che neanche di fronte alle tragiche morti di sette operai la grande multinazionale manifesta un ripensamento, non avendo il minimo tentennamento a far firmare ai lavoratori che si licenziano una clausola scandalosa che impedisce loro di agire sia in sede penale sia in sede civile contro eventuali responsabilità anche in materia di sicurezza. Cosa possa pensare di tutto questo Berlusconi è chiaro, essendo il suo il governo della Legge 30, sarebbe interessante capire come si interpreta questa vicenda nel loft delle convergenze apparenti. Condividi