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di Luca Spaccini Le parole di Romano Prodi riportate in un articolo su La Stampa di oggi mi lasciano piuttosto interdetto. Ripercorrendo il periodo dei mesi del suo mandato, il professore si lamenta di essere stato “un’anomalia”, una presenza scomoda per i poteri forti come gli editori, gli imprenditori, gli Usa e la Chiesa –“ho urtato interessi di qua e di là e alla fine sono stato espulso”. A sentirlo parlare così sembrerebbe strano che non sia candidato nelle liste della Sinistra Arcobaleno. Ma il pezzo forte deve ancora arrivare: “Mastella ha proprio tradito, e il modo in cui l’ha fatto denota mancanza di senso dello Stato: l’ho cercato per due giorni e non si è fatto trovare…ma la vera responsabilità politica non è stata la sua, ma di chi ha minato continuamente l’azione del governo, di chi ha fatto certe dichiarazioni istituzionalmente opinabili...». Il rimando a Fausto Bertinotti è palese e viene rafforzato dall’approvazione della scelta di Veltroni e del Pd di “liberarsi” della sinistra. Forse l’ormai pensionando premier si dimentica che se il Governo da lui presieduto avesse attuato i punti del programma che guardavano al sociale, cosa richiesta a più riprese dai ministri della sinistra, sempre in minoranza (ricordiamo che su 25 ministri, 20 fanno parte dell’attuale Pd), avrebbe avuto un indice di gradimento più elevato. Bisogna tener conto che queste dichiarazioni sono uscite nel corso di una serata conviviale con Sircana che suonava la chitarra, Prodi che canticchiava, i ragazzi dell’ufficio stampa del professore e la tavola imbandita. Forse c’era un’eccessiva quantità di lambrusco in giro. Condividi