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PERUGIA - Una sala affollata e ben nove interventi a nome di associazioni e piccole realtà attive da tempo nel mondo ancora poco regolamentato dei centri di benessere. Tutti hanno dichiarato il pieno consenso sui contenuti del disegno di legge regionale sulle “discipline del benessere e bionaturali” che dovrebbe portare l’Umbria, fra le prime regioni italiane, a regolamentare un settore in rapida crescita che già oggi - è stato detto - vede un italiano su quattro far ricorso ai rimedi naturali, spesso affiancati a quelli della medicina ufficiale. A Palazzo Cesaroni si è svolto l’incontro consultivo pubblico organizzato dalla terza Commissione consiliare che si occupa di affari sociali su un testo di legge di quattro articoli relativo ai centri di benessere ed alle discipline che vi si praticano, e che è il risultato della fusione, predisposta dalla Commissione, di tre diversi disegni di legge presentati sull’argomento rispettivamente da due consiglieri di maggioranza e uno di opposizione. Il gradimento sulla necessità di legiferare il settore e sulle scelte indicate, è stato espresso in tutti gli interventi. Dalla seduta è emersa la consapevolezza che, nonostante ci sia una netta separatezza fra le discipline naturali e la medicina ufficiale, fra i due mondi può esserci collaborazione ed interazione, a condizione che si creino le condizioni per reciproco rispetto e chiarezza sulla professionalità di ogni operatore. E’ stato rilevato come il settore bionaturale deve essere considerato una risorsa aggiuntiva, in termini turistici e di immagine dell’Umbria, e che dunque è necessario anche sostenere il settore biologico, “oggi fiscalmente penalizzato a favore delle attività inquinanti”. Da più parti è emersa la necessità di prevedere corsi di formazione professionale e vere e proprie scuole per certificare le attività che si praticano nelle discipline del benessere e del bionaturale. Il testo, sottoposto all’incontro partecipativo, oltre a dare una definizione precisa degli obiettivi che perseguono le discipline del benessere e bionaturali, come l’approccio globale alla persona ed alle sue condizioni, il miglioramento della qualità della vita, la non interferenza con la medicina, individua le figure dei vari operatori e definisce i percorsi di formazione che dovranno essere di durata triennale. La legge individua anche un Comitato regionale per le stesse discipline, “da istituire presso la Direzione regionale sanità e servizi sociali”, composto da 12 membri in rappresentanza di vari settore cui spetta di stilare l’elenco delle scuole operanti nel settore a livello nazionale e regionale e i requisiti che dovrà avere in Umbria ogni disciplina ammessa dalla legge. Condividi