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di Amedeo A. Babusci “Permetta una domanda, signor Pm: possibile che lei non riesca a impedire che vengano dati in pasto al pubblico tutti i particolari delle indagini sull'omicidio della povera Meredith attraverso la sistematica fuga di notizie prive di ogni rispetto e decenza?”. Con questa domanda, o meglio con questo giudizio negativo sulla condotta delle indagini sulla morte di Meredith Kercher, si conclude l'articolo di Maria Calderoni apparso sull'inserto domenicale di Liberazione dello scorso 2 dicembre. Una dura requisitoria contro Giuliano Mignini, le fughe di notizie dalla procura di Perugia e quindi l'ormai normale trasformazione degli studi televisivi in aule di tribunale. Sotto gli occhi di tutti noi in questo ultimo mese abbiamo visto dagli schermi delle televisioni nazionali una città completamente diversa da quella che viviamo tutti i giorni, con il rischio che i cittadini, al pari degli studenti universitari, finiscano per credere di vivere in un luogo a loro ostile. Un'impennata paradossale e tragicomica che ha preso tutti alla sprovvista, abituati come siamo a lasciare tutto scorrere facendo finta di non vedere che forse in questi ultimi dieci anni qualcosa è cambiato nei rapporti sociali, nel vivere la città, nel nostro rapporto con gli studenti e con i “forestieri” in genere. Paura della televisione deve averne anche la Procura di Perugia: gli encomi alla polizia e alle indagini che cadono a pioggia dalle bocche dei tanti opinionisti rischiano di diventare un boomerang pericoloso per Giuliano Mignini e per l'accertamento della verità. Lo ricorda anche la Calderoni: “sembra Garlasco, non si viene a capo di nulla”. Gli investigatori fanno un lavoraccio, questo è innegabile, ma come la vicenda di Cogne insegna, il circo mediatico è capace di vanificare, anche del tutto, il lavoro degli inquirenti. Oggi nella gogna si trova Rudy Guede: “uno <>, nel senso di un negro sporco, che ha lasciato in giro per quella casa qualsiasi tipo di sostanza organica”. Lo dice ancora la Calderoni, lo ribadisco io tra queste righe: siamo al paradosso. Delle feci di Rudy son pieni i tg, così come di notizie sulla sua vita privata: un reietto, uno spacciatore, una persona pericolosa. A sentire però chi lo conosce, uomini bianchi di Ponte San Giovanni, “Rudy è un ragazzo ingenuo, un simpatico raccontaballe (arrivava sempre in ritardo agli appuntamenti causa la rottura del motorino, che non ha!), uno che proprio pochi mesi fa non aveva i soldi per pagare l'affitto ed è scappato per un paio di giorni. Abbiamo fatto una colletta per aiutarlo”. Ma ciò che interessa invece è il sangue e lo sterco, il sesso e la droga (forse solo spinelli. Se così fosse l'Italia dovrebbe essere piena di potenziali assassini) dimenticandosi che in ballo ci sono il futuro dei giovani indagati e la ricerca, dimenticata dai commentatori, della verità sull'omicidio di una giovane ragazza. Abbiate tutti pietà per Meredith. Condividi