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di Nicola Bossi Se la cosa non fosse seria per una parte importante dell'Umbria che si aggira sui 55mila abitanti, verrebbe da ridere leggendo il comunicato stampa inviato alle redazione da parte delle Ferrovie dello Stato. Nella nota non si ha il coraggio di parlare dell'Umbria. Anzi non si ha proprio il coraggio di parlare di treni interregionali come è di fatto, seppur nell'eccellenza, gli eurostar. Fossato di Vico, che in fatto di treni vuol dire Gubbio-Gualdo Tadino e Nocera Umbria, è stata cancellata dalla mappa dei treni veloci che portano nelle Marche. Però nessuna parola. Ma solo autocelebrazioni del tipo: "l'approvazione formale del Piano industriale da parte del Governo è considerata la condizione essenziale per il conseguimento degli obiettivi posti dal documento, in modo particolare lo sviluppo e il miglioramento della qualità del servizio a livello regionale. Regioni e FS hanno condiviso un percorso fino al 31 marzo 2008 per conseguire tutte le condizioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi del piano d'impresa e alla definizione dei contenuti e delle caratteristiche dei nuovi contratti di servizio. rola". E allora se tutto va bene battiamo le mani alla Fs. Peccato però che la questione dei treni regionali in Umbria non è che sia così fondamentale come può esserlo in regioni molto più grandi della nostra. Infatti, date le ristrettezze lavorative dei nostri confini, molti pendolari della fascia appenninica lavorano ad Ancona, Pesaro e persino fino a Macerata. Molti dei contatti di lavoro poi da questa fascia dell'alto Chiascio si svolgono nel bolognese. Ecco senza eurostar tutto diventa più difficile. Senza poi ricordare che la stazione di Fossato di Vico è il passaggio obbligato per Gubbio una delle città che vanta una delle zone industriali più importanti dell'Umbria. Ma questo alle Fs, ultra indebitate e privatizzate, a cosa importa? Condividi