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di Nicola Bossi Stavolta sarà difficile dire che Perugia è uguale alle altre città del Centro Italia. Perchè a distanza di meno di un anno, dopo 50 arresti che avevano sgominato una banda albanese che esportava coca in tutta Europa, un'altra organizzazione albanese aveva messo in piede un nuovo canale dello spaccio interno con collegamenti nel Nord-Italia, sponda Verona, e con alcuni paesi europei. Una banda nata, a quanto sembra, sulle ceneri dell'altra portata la gabbio dalla Questura di Perugia dopo due anni di pedinamenti. Dodici gli indagati che sono finiti in manette tra Perugia e Verona: una banda pronta all'export e all'import di mix letali come cocaina ed eroina. Ma soprattutto su quest'ultima sostanza avevano pronto un piano di rilancio nei consumi: dosi a quartino a basso costo, non più da iniettare ma da fumare o da sniffare. I paesi del rifornimento erano nei Balcani: Slovenia e Croazia. I provvedimenti restrittivi di oggi arrivano a conclusione dell'indagine iniziata nel gennaio scorso che ha permesso di accertare responsabilita' specifiche in merito all'introduzione in Italia di cocaina e eroina. Ancora una volta Perugia al centro di un super spaccio di coca ed eroina che ha richiesto la presenza addirittura della polizia internazionale per fermare la nuova banda. Condividi