palazzo deli.jpg
PERUGIA - La vetustà degli edifici pubblici dei principali comuni umbri è alla base della loro scarsa efficienza dal punto di vista energetico. Lo ha rilevato uno studio, denominato “Regione Umbria e sue municipalità per l’efficienza e il risparmio energetico in pubblici edifici”, coordinato dall’Agenzia per l’energia e l’ambiente della Provincia di Perugia. I risultati di tale progetto sono stati illustrati nei giorni scorsi nel corso di un convegno a Perugia, al quale hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni coinvolte e i tecnici dell’Agenzia per l’energia e l’ambiente della Provincia di Perugia e dell’Agenzia provinciale per lo sviluppo dell’energia e la salvaguardia dell’ambiente di Terni. Dal progetto è sostanzialmente emerso che lo stato attuale degli edifici pubblici dei sei principali Comuni umbri (Perugia, Terni, Foligno, Spoleto, Città di Castello, Orvieto) è sicuramente poco efficiente. Un risultato legato al fatto che “si tratta di edifici storici o costruiti in tempi in cui non si riteneva prioritario l’aspetto energetico e non esistevano, come previsto ora dalla normativa che ha introdotto la certificazione ambientale per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni, parametri prestazionali da valutare e rispettare”. Il progetto in questione è stato promosso nel 2006 dalla Regione Umbria, assistita dalle due Agenzie provinciali per l’Ambiente, e cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente, con l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo delle fonti energetiche disponibili e contenere la dispersione energetica negli edifici pubblici. Tre le fasi in cui si è articolato. La prima è consistita in un censimento del patrimonio di proprietà pubblica, allo scopo di valutarne le condizioni e individuarne pregi e difetti relativamente ai consumi energetici. Lo studio ha interessato circa 500 edifici (350 nei quattro Comuni in provincia di Perugia e 135 tra Terni e Orvieto), incentrandosi su asili nido, scuole materne, elementari e medie (complessivamente il 60 per cento degli immobili censiti), palestre scolastiche, impianti sportivi, Cva, uffici comunali, biblioteche, musei e mostre. Le informazioni sono state raccolte in una banca dati, una per provincia, in modo da fornire a Comuni e Regione uno strumento di valutazione del patrimonio edilizio e un’analisi conoscitiva dei consumi elettrici e termici. Di pari passo con il censimento, sui 500 edifici sono state effettuate valutazioni sul risparmio attuabile. Sono stati anche individuati interventi di recupero, includendo l’analisi su costi e benefici, su un 15 per cento delle strutture individuate valutando le diverse categorie di utilizzo, le situazioni più urgenti e gravose dal punto di vista energetico e il più alto potenziale di risparmio energetico. La terza fase dell’azione di risparmio sul patrimonio pubblico ha portato ad elaborare progetti preliminari per dieci edifici, volti a ottenere un contenimento della bolletta energetica e una riduzione dei gas serra emessi in atmosfera, aumentando contemporaneamente il comfort termico, acustico e visivo negli edifici. D’intesa con la Regione, in collaborazione tra le due Agenzie provinciali per l’Ambiente, sono stati quindi individuati interventi possibili per ognuna delle sei municipalità coinvolte. Condividi