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PERUGIA - Se nessuno fermerà questa impresa, l’Umbria verrà tagliata in due verticalmente dal gasdotto Brindisi-Minerbio che interessa il nostro territorio per circa 124 chilometri a partire da Norcia per uscire all’altezza di Pietralunga. I lotti umbri saranno due: il Sulmona-Foligno (in Umbria 42 chilometri circa) e il Foligno – Sestino (in Umbria 82 chilometri circa). Tutto ciò nel silenzio più assoluto da parte dei grandi organi di informazione e senza che gli umbri avvertano minimamente il pericolo che questa opera “colossale” e del tutto inutile costituisce per l’integrità paesaggistica dei nostri territori più splendidi. Il Comitato interregionale “No Tubo”, che si è costituito appositamente per contrastare questo progetto e che è particolarmente attivo nelle Marche dove è riuscito a coinvolgere in questa battaglia numerose istituzioni pubbliche, tenta nuovamente di squarciare questa cortina di complice “omertà” con la convocazione di una conferenza che si è tenuta questa mattina nella Sala Fiume di Palazzo Donini, nel corso della quale sono state rese note le caratteristiche principali di questa opera che ci danno la dimensione esatta di quanto potrebbe presto accadere: - il tubo avrà un diametro di m.1,2 e la pressione al suo interno sarà di 75 bar: - la trincea prodotta dallo scavo avrà una profondità superiore ai 3 metri; - la fascia di terreno interessata dallo scavo medesimo sarà larga 28 metri; - l’area di servitù interessata dall’intervento sarà invece larga 40 m. Questo gasdotto, rispetto a quelli già esistenti nella Regione, è 5 volte più grande e ciò significa un impatto ambientale e paesaggistico tremendo nell’area di maggior pregio del nostro territorio. A tal fine riportiamo alcuni dati riguardanti le aree SIC (Sito Interesse Comunitario), fiumi, boschi, territori a vincolo idrogeologico e le possibili minacce all’avifauna ed a quella ittica del territorio attraversato. Aree SIC tratto Foligno-Sestino: - Fiume Topino - Boschi del Bacino di Gubbio - Boschi di Pietralunga In queste aree l’opera causerebbe pesanti conseguenze sulla fauna ittica (Scazzone, Barbo, Rovella, Vairone, Cavedano e del Ghiozzo tutelati da direttive comunitarie) e sull’avifauna (Martin Pescatore, Averla piccola, Succiacapre, Nibbio Bruno,Tottavilla tutelati da direttive comunitarie ). In alcune di queste aree è segnalata la presenza residuale di animali rarissimi quali la Lontra nei corsi d’acqua ed il Gatto Selvatico nelle foreste. Un’opera con queste caratteristiche avrebbe su queste specie e su queste cenosi un effetto estintivo. Inoltre, nel tratto Foligno-Sestino verrebbero attraversati 35 fiumi di cui 25 in Umbria. Il 77% del tratto Foligno Sestino è a vincolo idrogeologico; Il 26,6% del tratto Foligno Sestino, per circa 30 chilometri, è coperto da boschi. Alla luce di tutto questo è perciò giusto porsi la domanda su quale sia la vera utilità del progetto, partendo dalla considerazione che quest’opera, come la stessa Regione scrive: “rimarrà visibile negativamente per un tempo considerevole e costituirà un segno pregiudizievole per la salvaguardia dei caratteri paesaggistici del territorio umbro, …..gli impatti prodotti dall’opera non potranno essere attenuati con nessun accorgimento di mitigazione paesaggistica.” Alla protesta del comitato “No Tubo” si aggiunge anche la mancata informazione da parte di tutti gli enti pubblici riguardo il progetto, che interessa una moltitudine di cittadini inconsapevoli di ciò che si vorrebbe attuare sul territorio regionale, nonché su numerose proprietà private. Eppure la stessa Regione ha incentivato nel corso degli anni, anche con finanziamenti, la diffusione di varie forme di sviluppo sostenibile quali il turismo rurale, l’agricoltura biologica e la valorizzazione di prodotti biologici e/o tipici locali. Proprio oggi che l’Umbria gode di una fama internazionale paragonabile a quella di ben poche regioni italiane, ci si trova di fronte ad una proposta che, se realizzata, è in grado di ledere se non annullare gli sforzi ed i risultati ottenuti, compresi quelli futuri. Va anche sottolineato che in fase di studio e presentazione del progetto, nessuna associazione ambientalista è stata interessata e coinvolta (Arcicaccia di Città di Castello, Cai Sezione Città di Castello, Cai Regione Umbria, Comitato Cittadinanza Attiva Ambiente e Legalità, Comitato Civico Norcia per l’Ambiente, Comitato Interregionale “No Tubo”, Coordinamento Comitati di Difesa delle Valli del Metauro, Cesano, Candigliano, Italia Nostra, Legambiente Umbria, Lupus in Fabula, WWF Umbria). Condividi