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PERUGIA, 27 MAR - Condannato, seppure solo a una multa, per un reato meno grave rispetto a quello per il quale era stato arrestato, un trentacinquenne della provincia di Perugia si è visto riconoscere un risarcimento di 25 mila euro dalla Corte d'appello del capoluogo umbro per avere trascorso ingiustamente tre mesi agli arresti domiciliari. Nel 2002 l'uomo - difeso dall'avvocato Laura Modena - venne raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare del gip di Vigevano nell'ambito di un'inchiesta sulla pedofilia on-line. Diffusione di materiale pedo-pornografico il reato ipotizzato nel fascicolo poi passato per competenza alla magistratura di Perugia dove vennero confermati gli arresti domiciliari. L'indagato tornò in libertà dopo tre mesi per decorrenza dei termini ma successivamente la Cassazione annullò l'ordinanza di custodia cautelare rinviandola al tribunale del riesame di Perugia che a sua volta dichiarò nullo il provvedimento, accogliendo la tesi dell'avvocato Modena. Il trentacinquenne scelse quindi di essere processato con il rito abbreviato e il gup derubricò il reato di diffusione di materiale pedo-pornografico in quello di mera cessione - ad un unico soggetto - di sette immagini illecite, condannandolo a una multa di 2 mila euro, regolarmente pagata. E' stato invece assolto dall'accusa di detenzione di materiale pedo-pornografico. Una volta passata in giudicato la sentenza, l'avvocato Laura Modena ha avviato la procedura per la riparazione dell'ingiusta detenzione sostenendo che l'imputazione iniziale, ritenuta del tutto infondata, non consentiva l'applicazione degli arresti domiciliari. Di qui il risarcimento di 25 mila euro ottenuto dall'uomo. Condividi